Emergenza casa, il piano del Comune per riadattare 366 alloggi sfitti

Martedì 26 Settembre 2023 di Mauro Giacon
Emergenza casa, il piano del Comune per riadattare 366 alloggi sfitti

PADOVA - Il Comune nell’ultima Giunta ha stanziato, con tre diverse delibere, 631 mila euro per riadattare alloggi sfitti del proprio patrimonio di Edilizia residenziale pubblica. È il primo passo di un piano che, dopo una mappatura condotta casa per casa, ha stabilito che per sistemare i 366 alloggi sfitti di sua proprietà occorrono 5 milioni di euro. 


I NUMERI
Fanno tutti parte di un patrimonio che conta in generale 5.458 alloggi Erp dei quali 3.800 sono dell’Ater e 1.658 del Comune. «È un piano che risolverebbe gran parte dei problemi di emergenza abitativa, dal momento che abbiamo 1.348 persone in graduatoria» dice l’assessora alla Casa Francesca Benciolini - Sono fortemente motivata a trovare i fondi in qualche capitolo di spesa e attingendo da fondi nazionali o europei».
Insomma qualsiasi cosa sarà buona per ridurre i disagi di chi non ha una casa. Lo scorso anno infatti sono stati assegnati 159 alloggi e 15 per l’emergenza abitativa. Senza contare che altri 29 nuclei sono ospitati in case comunali non-Erp. Anche l’Ater da parte sua ha avviato un piano di riqualificazione degli alloggi sfitti con 400 case finanziate nel 2022, altre 94 nel 2023, e infine 114 grazie a 7 milioni dal Pnrr.


I PRIMI LAVORI
«La prima delibera riguarda la sistemazione di 18 alloggi in via Stella, al Portello, che erano già oggetto di un finanziamento di 1 milione e 180 mila euro. Ma entrando per i lavori si è scoperto che nei pavimenti c’era amianto quindi abbiamo dovuto adeguare l’importo. Nel frattempo le famiglie sono state spostate in altri appartamenti, badando che gli anziani e le donne con bambini fossero vicini ai servizi».
«Le altre due di 100mila e 200mila euro sono uno stanziamento per lavori urgenti da fare per riadattare nell’immediato alcuni alloggi.

Si va da 3.500 euro a 15mila euro. Non sappiamo ancora quanti riusciremo a sistemarne perchè incroceremo quelli più veloci da fare, con le famiglie che hanno più bisogno. Una cosa è dare le tinte un’altra sostituire gli impianti e per quest’ultima fase la legge dice che quando l’inquilino se ne va prima di far entrare quello nuovo tutto dev’essere a norma».


I DETTAGLI
Non sono interventi da poco. L’isolamento termico va fatto nel rispetto del vincolo paesistico che impedisce l’esecuzione in facciata di rivestimenti a cappotto. All’interno vanno rifatti tutti gli impianti idrosanitari, termici ed elettrici, i bagni, (docce al posto delle vasche) le zone giorno vanno ampliate rendendole adeguate agli standard attuali, eliminando una camera da letto, per realizzare una cucina chiusa e un soggiorno più ampio. Infine vanno sostituiti anche gli infissi interni e inseriti portoncini blindati. Riguardo alle parti comuni, è prevista la sostituzione dei parapetti dei poggioli e del vano scala, il rifacimento delle fognature. Per il sistema di riscaldamento viene realizzata una centrale termica centralizzata ad uso esclusivo del fabbricato, valutando la possibilità di un impianto ad energia rinnovabile.


LA MAPPATURA
Per questo è diventata di fondamentale importanza la mappatura dello stato delle case sfitte. «Ora sappiamo esattamente quali lavori vanno fatti per ognuna e speriamo che con il tempo lo stato e la Regione si muovano per darci una mano. Il Comune non ha soldi per sistemare tutti gli impianti elettrici o sostituire tutte le caldaie. La Regione finora non ha dato fondi ed anzi si prende lo 0,4 per cento degli incassi. Dunque dovremo attingere dal bilancio comunale e da altri fondi che cercheremo. Del resto siamo fermi da 30 anni con i Piani casa».
 

Ultimo aggiornamento: 14:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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