Velivoli da leggenda, ecco il primo Air Show a Montagnana

Centinaia di appassionati si sono radunati al campo di volo per ammirare le fedeli riproduzioni di aeromodelli ed elicotteri storici e attuali

Lunedì 17 Ottobre 2022 di Giovanni Brunoro
Air Show a Montagnana

MONTAGNANA - L'uomo sogna di volare: da Icaro al modellismo, il cielo come metafora di libertà. Questo il sentimento che ha portato al campo volo di Montagnana centinaia di appassionati e spettatori, giunti da tutto il settentrione per il primo Air show di maxi aeromodelli ed elicotteri. Sono venuti dal Veneto ma anche da Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, richiamati dall'occasione unica di vedere alzarsi in volo riproduzioni fedeli di velivoli storici ed attuali: alcuni hanno un'apertura alare di 5 metri e sfrecciano a 300 km/h, la velocità che un jet di linea tiene in fase di rullaggio. Apparecchi in tutto e per tutto veri, se non fosse che vengono radiocomandati da terra.

Alcuni hanno motori a pulso-jet e vanno a kerosene, altri la propulsione ad elica.

 

Cimeli del passato

C'era la riproduzione dell'Aermacchi usato dalle Frecce tricolori, gli F16 ed F18 americani, i Sukhoi di produzione sovietica, oltre ai cimeli del passato e ad uno splendido Boeing B24, la fortezza volante dell'ultima guerra. Nessun intento bellicoso, solo tanto sano divertimento e voglia di stare insieme, per condividere una passione e sentirsi parte di un sogno, lungo come la storia dell'uomo. La giornata è iniziata con alzabandiera e inno nazionale, mentre un drone passava emettendo una suggestiva scia tricolore coi colori della nostra bandiera. A ritmo serrato, poi, i modellisti hanno avuto sette minuti per mostrare a tutti le loro abilità. L'unica pausa è stata verso le 12.30, quando sono entrati in scena i musici e gli sbandieratori del palio di Montagnana, un'eccellenza locale degna di essere fatta conoscere ai presenti, emozionati nel vedere questi piccoli bolidi alzarsi in volo da una pista lunga 1200 metri. Eventi di questo tipo, in genere, si svolgono in campi non attrezzati, ma all'aviosuperficie Gianlino Baschirotto l'esperienza ha tutt'altro sapore. Si tratta di un aeroporto a tutti gli effetti, curato nei minimi dettagli dai pochi appassionati che lo hanno fatto nascere 35 anni fa. E di campi d'aviazione in zona ce ne sono, ma nessuno ha una torre di controllo, una club house con scuola di volo, 20 hangar con 40 velivoli, un distributore di carburante e uno splendido museo dell'aria. Senza pagare alcun obolo, si possono vedere a distanza ravvicinata due Lockheed T-33 ed F-104, un Fiat G.91 in dotazione alla pattuglia acrobatica nazionale, un Aermacchi MB-326 e un Jet Provost britannico; in rappresentanza del vecchio Patto di Varsavia, c'è anche un Aero L-29 Delfin di produzione cecoslovacca. La vera attrazione è però un Fokker F27, aereo di linea olandese interamente restaurato e attrezzato per ricevere scolaresche e gruppi di visitatori entusiasti di farsi una foto all'interno di questo gioiellino. Naturalmente, il Fokker e gli altri aerei non volano per questioni di costi: l'unica vecchia gloria attrezzata per alzarsi da terra è un Siai Marchetti Sm-1019 degli anni '70, che ha come caratteristica curiosa il fatto di avere la retromarcia. L'aviosuperficie, insomma, è un posto destinato a tutti, tanto che i bambini possono trovare un parco giochi attrezzato che viene spesso visitato dalle associazioni del territorio. A gestirlo, un gruppo di appassionati, radunati sotto le insegne dell'associazione Avioclub Montagnana. Formalmente, gli iscritti sono una settantina, ma chi si dà da fare con continuità sono alcuni uomini in età da pensione, spinti da una dedizione che non conosce flessioni. Tra loro, Vittorio Frison, pilota di aviazione generale e istruttore di volo: «Questa aviosuperficie di Montagnana è un dono a disposizione di tutti, ma mandarla avanti costa fatica. Per l'organizzazione dell'air show, abbiamo gestito i rapporti con prefettura, Enac e assicurazione, tagliato l'erba e predisposto un'accoglienza dignitosa. Mi auguro si apprezzi tutto ciò che siamo in grado di offrire». Una piccola base a servizio della comunità, utilizzata per l'eventuale soccorso antincendio e con un hangar a disposizione di protezione civile e vigili del fuoco. Quando ci fu il terremoto in Emilia, i volontari misero a disposizione l'aviosuperficie per accogliere mezzi e persone: gli hangar sono metallici e non cadono neanche con forti scosse.

Ultimo aggiornamento: 11:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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