Teolo. Abbazia di Praglia, i monaci sfrattano la parrocchia. Scatta la rivolta dei fedeli

La comunità celebrerà tutti i riti all'interno della piccola chiesa di San Benedetto

Venerdì 18 Agosto 2023 di Lucio Piva
L'Abbazia di Praglia

TEOLO (PADOVA) - Non basta dire incredulità. Ci sono anche amarezza, disorientamento e soprattutto incertezza sull'immediato futuro della propria comunità religiosa. Non per questo i parrocchiani di Praglia assumeranno iniziative eclatanti di protesta contro la decisione dei monaci dell'Abbazia di "svincolarsi" dagli impegni pastorali svolti per quasi 120 anni al servizio della parrocchia, per seguire in modo più specifico la propria "vocazione" al chiuso degli spazi del complesso monumentale.

I parrocchiani desiderano continuare tutte le attività ed intensificare la partecipazione alle celebrazioni con il maggior numero possibile di persone. É questo l'unico modo per assumere visibilità agli occhi delle istituzioni diocesane. L'appello alla mobilitazione "fedele per fedele" ha già dato risultati. Domenica scorsa sono state oltre 350 le persone che hanno accolto l'invito del Consiglio pastorale a presentarsi a messa. E dimostrare quanto vivi e numerosi sono i gruppi (catechesi, corale, animazione e tesserati del circolo parrocchiale) di una realtà costretta ora a dover emigrare lontano dal Monastero.

Cosa accadrà

La conseguenza del "divorzio" annunciato dall'abate, padre Stefano Visintin, è infatti l'abbandono da parte della parrocchia degli spazi interni all'Abbazia dove si svolgevano tutte le attività. La comunità celebrerà tutti i riti all'interno della piccola chiesa di San Benedetto e sposterà le attività nell'attiguo ex edificio scolastico, anch'esso di proprietà dei monaci, dato in concessione alla comunità religiosa locale. «Fa male pensare - esordisce Stefano De Franceschi, esponente del Consiglio pastorale di Praglia - che la decisione già assunta e comunicata al Vescovo alle fine del mese di giugno ci sia stata resa nota solo qualche giorno fa. Forse si ipotizzava che l'annuncio potesse essere attutito dalle ferie ferragostane. Ci amareggia anche il fatto che la Curia padovana abbia condiviso la decisione dei monaci, dopo che per diverso tempo non aveva mai posto in discussione il distacco della parrocchia dall'Abbazia». Dalla sede vescovile, peraltro non è stato finora disposto alcun incontro con il Consiglio pastorale. Nulla si sa neppure del sacerdote diocesano che dovrà assumere il ruolo di amministratore della comunità. «Non si sa - continua De Franceschi - cosa verrà ad amministrare, se non una parrocchia che non c'è più. Quanto agli spazi che l'Abbazia ci ha messo a disposizione fuori dalle proprie mura, oltre ad una chiesa piccolissima e un giardinetto esterno utilizzato dall'asilo, non vi sarà spazio sufficiente per ospitare i gruppi e le attività parrocchiali. I locali sottostanti l'Abbazia, peraltro mantenuti per tanto tempo alla parrocchia, sono indispensabili per la vita comunitaria. Non si capisce che vita parrocchiale ci potrà essere se, come imposto dai Benedettini, non si potrà più utilizzare la chiesa dell'Abbazia, se non per gentile concessione, né utilizzare le strutture del patronato notoriamente fulcro della vita di comunità». La decisione dei monaci di gestire d'ora in avanti in modo autonomo gli spazi collocati sotto la chiesa abbaziale, «pur con finalità sociali a beneficio della collettività» è giudicata anche con una ironia dai parrocchiani, che scommettono sulla loro destinazione ad accogliere la promozione e la vendita dei prodotti del centro monastico. In attesa che la Curia promuova un incontro o compia una vista presso la parrocchia "sfrattata" la comunità di Praglia intende opporre il proprio peso e quello dei suoi volontari ad una decisione calata sulla propria testa. «Siamo - conclude De Franceschi - in termini di numero e di volontari la prima parrocchia di Teolo. E continueremo ad esserlo continuando a lavorare come comunità attiva. Non sappiamo come faremo. Quello che sappiamo è che non può essere imposta la parola fine a quasi 120 di storia religiosa e sociale». 

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