L'arte del recupero: 25 mila libri passati in queste preziose stanze

Domenica 8 Aprile 2018
L'arte del recupero: 25 mila libri passati in queste preziose stanze
Oltre alla foresteria, ad un centro convegni, alla biblioteca e alla cantina, l'attività più nota svolta dai monaci benedettini all'interno dell'abbazia di Praglia è il laboratorio di restauro del libro; inaugurato il 24 settembre 1951, prosegue da allora la sua opera a favore di enti pubblici, ecclesiastici e privati. Dall'archivio si stima che siano stati restaurati circa 25 mila libri, senza contare piccoli interventi su documenti vari, di cui non si è conservata traccia del loro transito in laboratorio. Manoscritti cartacei e membranacei, incunaboli, volumi a stampa di epoche successive, incisioni, mappe, disegni: dal codice membranaceo in onciale di Lattanzio (sec. VI-VII), alla più antica carta geografica d'Italia, a bolle di papi e di imperatori, a lettere con autografi illustri (Galileo Galilei, S. Gregorio Barbarigo, Alessandro Manzoni, Giuseppe Garibaldi), fino ad opere meno conosciute. Una menzione particolare va fatta dell'opera di recupero compiuta negli ultimi mesi del 1966 e nei primi del 1967, sui volumi e altro materiale danneggiato a Firenze per lo straripamento dell'Arno e contemporaneamente l'acqua alta a Venezia. Gli automezzi carichi di materiale alluvionato cominciarono ad arrivare nel pomeriggio del 9 novembre 1966 e continuarono il 10 e l'11: 1850 pezzi da Fiorenze, 2000 da Venezia. (N.M.)
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