Belluno. Stanze panoramiche, monta la polemica: «Alcova per far guadagnare i magnati, la politica pensi a darci servizi»

Mercoledì 7 Febbraio 2024 di Claudio Fontanive
Belluno. Stanze panoramiche, monta la polemica: «Alcova per far guadagnare i magnati, la politica pensi a darci servizi»

BELLUNO - Dormire sotto le stelle a 2000 metri, in stanze con pareti e soffitti di vetro e ammirare i magici tramonti o le impareggiabili albe delle Dolomiti: prende piede il “turismo dell’esperienza” sempre più in tendenza del settore per gli anni a venire, ma intanto la politica discute sull’opportunità di consentire la realizzazione delle “starlight rooms”.

IN AULA

È infatti ancora in discussione il progetto di legge di iniziativa della giunta regionale, e Palazzo Ferro Fini dovrà esprimersi sulla possibilità di creare queste nuove strutture, blocchi di due stanze e due letti, mentre attualmente la legge non consente nuove edificazioni sopra i 1600 metri di quota, se non annesse a rifugi e malghe già esistenti. «La proposta di legge - spiega la consigliera regionale Silvia Cestaro - andrà in Consiglio fra qualche settimana per permettere maggiori approfondimenti sul tema, e qualora venisse autorizzata concederebbe la possibilità di deroga alla legge Galasso, permettendo quindi alle singole amministrazioni comunali al di sopra dei 1600 metri, di concedere il nulla osta. Ma si tratterebbe di una scelta libera che comunque dovrebbe essere adottata con una variante ai piani urbanistici e passando quindi per i consigli comunali.

Le “starlight room” dovrebbero essere micro stanze in materiali ecosostenibili prive di fondamenta e quindi rimovibili dal terreno e non potrebbero ospitare più di due posti letto con al massimo due strutture per ogni Comune». Si potrebbero ipotizzare 56 nuove stanze “sotto le stelle” nella sola provincia di Belluno. «Questo soltanto teoricamente: non potrà essere effettivamente così - continua Cestaro - comunque non sarebbe concessa la deroga nelle aree di vincolo, che rimangono tali, come quelle nelle zone dei Parchi. In realtà, se guardiamo tutti i Comuni hanno le aree vincolate, sarà un fenomeno limitato. La Regione in questo caso deve pensare in generale e poi rimettere le singole decisioni alle rispettive amministrazioni nelle quali ho fiducia, farannio sicuramente le scelte più opportune anche se il dibattito si preannuncia molto ampio».

LA BOCCIATURA

Ma i primi cittadini dei paesi turistici in quota, qualora la possibile legge regionale, già parecchio contestata anche dagli ambientalisti, dovesse essere approvata, cosa ne pensano? «Questi non sono i problemi della montagna -tuona il sindaco di Livinallongo del Col di Lana, Leandro Grones - La politica pensi a migliorare i servizi pubblici essenziali in montagna, trasporti pubblici, istruzione, sanità, viabilità, ma anche a come erogare incentivi concreti alle famiglie e soprattutto alla natalità e affronti anche il tema dei costi ormai proibitivi della casa che proprio il boom turistico ha generato. Abbiamo bisogno di fondi per contrastare lo spopolamento, non di norme per permettere a qualche magnate di guardar le stelle in quota. Sarebbe un altro sfregio alle Dolomiti patrimonio dell’Umanità e uno schiaffo a chi vive la montagna 365 giorni l’anno. Non possiamo costruire una stalla o una prima casa sopra i 1.600 metri ma un’alcova per danarosi turisti sì? Le strutture già ci sono tra le vette delle Dolomiti e sono gli accoglienti rifugi alpini dove chiunque, in alcuni casi completamente accessibili a tutti con l’aiuto della funivia, in altri con una salutare scarpinata, può trascorrere qualche giornata e ammirare tutte le stelle che vuole. E se proprio si decida di incentivare la possibilità di dormire in una stanza di vetro, si diano finanziamenti ai rifugisti che eroicamente garantiscono ricettività in quota, per migliorare la struttura, magari anche per realizzare un oggetto completamente in vetro per metterci dentro un letto».

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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