BELLUNO - Dormire sotto le stelle a 2000 metri, in stanze con pareti e soffitti di vetro e ammirare i magici tramonti o le impareggiabili albe delle Dolomiti: prende piede il “turismo dell’esperienza” sempre più in tendenza del settore per gli anni a venire, ma intanto la politica discute sull’opportunità di consentire la realizzazione delle “starlight rooms”.
IN AULA
È infatti ancora in discussione il progetto di legge di iniziativa della giunta regionale, e Palazzo Ferro Fini dovrà esprimersi sulla possibilità di creare queste nuove strutture, blocchi di due stanze e due letti, mentre attualmente la legge non consente nuove edificazioni sopra i 1600 metri di quota, se non annesse a rifugi e malghe già esistenti. «La proposta di legge - spiega la consigliera regionale Silvia Cestaro - andrà in Consiglio fra qualche settimana per permettere maggiori approfondimenti sul tema, e qualora venisse autorizzata concederebbe la possibilità di deroga alla legge Galasso, permettendo quindi alle singole amministrazioni comunali al di sopra dei 1600 metri, di concedere il nulla osta. Ma si tratterebbe di una scelta libera che comunque dovrebbe essere adottata con una variante ai piani urbanistici e passando quindi per i consigli comunali.
LA BOCCIATURA
Ma i primi cittadini dei paesi turistici in quota, qualora la possibile legge regionale, già parecchio contestata anche dagli ambientalisti, dovesse essere approvata, cosa ne pensano? «Questi non sono i problemi della montagna -tuona il sindaco di Livinallongo del Col di Lana, Leandro Grones - La politica pensi a migliorare i servizi pubblici essenziali in montagna, trasporti pubblici, istruzione, sanità, viabilità, ma anche a come erogare incentivi concreti alle famiglie e soprattutto alla natalità e affronti anche il tema dei costi ormai proibitivi della casa che proprio il boom turistico ha generato. Abbiamo bisogno di fondi per contrastare lo spopolamento, non di norme per permettere a qualche magnate di guardar le stelle in quota. Sarebbe un altro sfregio alle Dolomiti patrimonio dell’Umanità e uno schiaffo a chi vive la montagna 365 giorni l’anno. Non possiamo costruire una stalla o una prima casa sopra i 1.600 metri ma un’alcova per danarosi turisti sì? Le strutture già ci sono tra le vette delle Dolomiti e sono gli accoglienti rifugi alpini dove chiunque, in alcuni casi completamente accessibili a tutti con l’aiuto della funivia, in altri con una salutare scarpinata, può trascorrere qualche giornata e ammirare tutte le stelle che vuole. E se proprio si decida di incentivare la possibilità di dormire in una stanza di vetro, si diano finanziamenti ai rifugisti che eroicamente garantiscono ricettività in quota, per migliorare la struttura, magari anche per realizzare un oggetto completamente in vetro per metterci dentro un letto».