BELLUNO - Una bellunese “inviata” tra i ghiacci del Mar glaciale artico, fino alla latitudine di 81°Nord. Per venti giorni, tra lo stretto di Fram e le Isole Svalbard, Giulia Prior, 26 anni, ha vissuto una avventura scientifica.
La campagna
«L’obiettivo principale della campagna era quello di condurre attività di monitoraggio e mappatura dei fondali del settore marino artico attraverso l’acquisizione di dati del fondale, della colonna d’acqua e meteomarini attraverso l’uso dell’acustica - precisa Giulia Prior - questo permetteva di capire non solo la forma e la natura del fondale, ma anche, ad esempio, la tipologia e l’estensione degli ecosistemi presenti sul fondale marino». Altro obiettivo fondamentale era quello di incrementare la sicurezza della navigazione tramite la valorizzazione dei dati forniti dal sistema satellitare Cosmo SkyMed attraverso l’acquisizione di dati ambientali “ground truth”, cioè andando direttamente, con un gommone, vicino ai ghiacci per valutarne le dimensioni e la tipologia e raccogliere parametri oceanografici e meteorologici nell’area. Per i risultati bisognerà aspettare la pubblicazione ufficiale, ma di sicuro daranno un contributo a database internazionali nell’ottica della sicurezza della navigazione.
Il team
La nave è di proprietà della Nato. Con “ciurma” varia: «A bordo eravamo una settantina, tra equipaggio e team scientifico – è il racconto di Giulia Prior - il team scientifico era composto sia da personale civile che militare dell’Istituto Idrografico della Marina, da altri ricercatori e da otto futuri idrografi che stavano svolgendo il loro tirocinio formativo a bordo. Tra di loro c’era anche un ragazzo della Marina Militare Libanese, con cui l’Istituto Idrografico ha da qualche anno degli accordi sulla produzione cartografica».
La passione
Una passione, quella per l’Artico, che Giulia ha nel cuore e che non vuole frenare. Anzi non nasconde il suo sogno di andare ad abitare a due passi dal Circolo polare: «Mi sono appassionata all’Artico dopo un viaggio che ho fatto in Lapponia, mentre ero in Erasmus. I paesaggi, i colori della natura scandinava e la cultura del posto mi hanno incantata». La decisione di approfondire la conoscenza delle terre polari nasce, peraltro, dagli studi fatti: «La mia tesi magistrale riguarda proprio gli interessi di sicurezza della regione artica, visti da una prospettiva ambientale e con un focus particolare sulle popolazioni indigene che abitano questi territori». Intanto un primo passo è fatto: «Non avrei mai pensato di riuscire ad arrivare ad imbarcarmi per quasi un mese su una nave proprio diretta al Polo Nord. Già questo mi sembra un risultato incredibile». Ora Giulia è a casa, a Belluno. Ma le immagini del viaggio sono ben fissate nella memoria. «Ho un bagaglio enorme di bellezza, di conoscenze e di relazioni di cui sono davvero grata e che non voglio dare per scontato».
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