Cortina. Lo scioglimento del permafrost si può rallentare: viene in aiuto la tecnologia

Lo sostengono i promotori del progetto "Rescue permafrost": sulla Tofana il cantiere sperimentale

Mercoledì 13 Settembre 2023 di Marco Dibona
A Bus di Tofana il nuovo sistema per salvare il permafrost

CORTINA (BELLUNO) - È possibile contenere lo scioglimento del permafrost. Si può dunque rallentare il processo di degrado dello strato sotterraneo ghiacciato, residuo di antiche glaciazioni. È quanto sostengono i promotori di “Rescue permafrost”, il progetto che è stato presentato in un luogo in cui questo fenomeno si manifesta con evidenza, sulla Tofana, sopra Cortina d’Ampezzo. Ai 2.910 metri del Bus de Tofana, il punto più alto del comprensorio sciistico di Ra Vales, è stato allestito un cantiere sperimentale, per mettere in pratica questa nuova tecnica, questa metodologia di innovazione sostenibile. Il progetto è stato prima presentato dai tecnici che l’hanno elaborato, in un incontro alla stazione intermedia della funivia Freccia nel Cielo, ai 2.500 metri di Ra Vales. Ci si è poi spostati in alto, sotto la cima della montagna, al Bus de Tofana, per verificarne sul posto la potenzialità. È stato concepito in collaborazione con esperti del settore e mira a prevenire il dannoso scioglimento del permafrost, un fenomeno sempre più evidente a causa dei cambiamenti climatici globali. Il cedimento dello strato ghiacciato sotterraneo, che si scioglie per le prolungate, alte temperature, determina il rischio di crollo di rifugi alpini, di impianti di risalita, il costante distacco di nuove e diverse porzioni di montagna. 

Non solo Dolomiti

Il fenomeno si verifica in diverse realtà, non solamente sulle Dolomiti, ma anche sulle Alpi Occidentali e in molteplici catene montuose. Alla guida del gruppo di studio c’è Mario Vascellari, presidente della società Tofana, che ha coordinato il progetto con una squadra altamente qualificata tra cui Claudio Valle di Geologia applicata; Norbert Klammsteiner di Energytech; Stefano Valle di Geoland; Martin Atzwanger di Atzwanger; Andrea Gasparella della facoltà di Ingegneria dell’Università di Bolzano; Claudio Zilio del dipartimento di Tecnica e gestione sistemi industriali dell’Università di Padova; Mauro Valt di Arpa Veneto di Arabba; Roberto Mendicino di Eurac Research Bolzano; Piero Paccagnella di Tofana e il legale Guido Barzazi. 

L'intuizione

L’innovazione principale di questo progetto è la capacità di prevenire o rallentare il processo di scioglimento del permafrost, causato dalla diffusione del calore proveniente dalle masse circostanti. Questo obiettivo è raggiunto attraverso lo sviluppo di un ciclo frigorifero avanzato, in grado di trasferire il calore dalle zone più fredde a quelle più calde. Questa macchina frigorifera utilizza l’energia meccanica per facilitare lo scambio di calore tra il permafrost, la sorgente fredda, da cui viene estratto il calore raffreddandolo ulteriormente, e l’ambiente esterno, la sorgente calda, a cui viene ceduto il calore.

L’intero sistema è alimentato da un impianto geotermico combinato con una pompa di calore, che è alimentata elettricamente da un gruppo di pannelli fotovoltaici, installati sulla copertura della stazione di Ra Vales. L’intero processo è alimentato esclusivamente da fonti di energia rinnovabile, eliminando completamente le emissioni di CO2. Questo approccio rende il progetto “Rescue permafrost” non soltanto altamente innovativo, ma anche ecologicamente sostenibile. La stazione di monte della seggiovia che sale al Bus de Tofana è stata scelta come luogo di sperimentazione per dimostrare l’efficacia di questa soluzione. La società Tofana dichiara: «Offriamo un esempio concreto di come l’ingegno umano possa contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sul permafrost nelle zone alpine. Ci impegniamo a continuare a perseguire l’innovazione e la sostenibilità, come pilastri fondamentali della nostra missione e a contribuire alla conservazione degli ecosistemi montani». 

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Ultimo aggiornamento: 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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