Santo Stefano di Cadore. Lavori in galleria: un tunnel e un ponte mobili eviteranno il senso unico

Mercoledì 26 Luglio 2023 di Yvonne Toscani
La galleria Comelico

SANTO STEFANO DI CADORE (BELLUNO) - Dopo mesi e mesi di confronto, tra Anas e territorio, finalmente una soluzione per i lavori in galleria Comelico, soluzione che eviterà il senso unico durante il giorno. Il maxicantiere aprirà i battenti nell’aprile 2024. Saranno utilizzati sistemi altamente tecnologici. Per ottimizzare le ore di lavoro e ridurre i disagi lungo i quattro chilometri, saranno impiegate due strutture mobili lunghe una trentina di metri ciascuna. Una consisterà in un tunnel, all’interno dell’attuale, nel quale dirottare il transito mentre si lavorerà alla volta della galleria.  La seconda, invece, sarà costituita da un ponte che passerà sopra il cantiere quanto si lavorerà al fondo stradale.

La doppia soluzione, che consente il transito veicolare, con doppio senso di marcia, quindi senza semafori, garantisce la sicurezza ed è stata presentata nel vertice tecnico, tenutosi ieri mattina in prefettura di Belluno, alla presenza del prefetto, Mariano Savastano, degli amministratori del Comelico, di Auronzo e Sappada, dei dirigenti di Anas. Inoltre, per accelerare sulla tempistica è stato prospettato l’avvio congiunto di due cantieri: uno presso il foro auronzano, in località Tarlisse, l’altro all’apertura comeliana di Ponte della Lasta. Sulla fascia oraria notturna, di blocco totale del transito, con l’esclusione dei mezzi di soccorso ed emergenza, se la vedranno i sindaci. 

Poiché Anas ha lasciato ampio margine di decisione, fermo restando che ogni modifica in riduzione oraria di quanto da lei prospettato implica un aumento proporzionale dei giorni di lavoro. Questi, al momento, su un’ipotesi di una decina di ore notturne di chiusura al traffico, fino alle 8 del mattino, corrispondono a 745.

Molto probabilmente il territorio chiederà di anticipare l’apertura alle 6, per venire incontro ai molti pendolari, in entrata ed uscita dal Comelico.

«Ci siamo riservati di dare una risposta – spiega il presidente dell’Unione montana comeliana, Giancarlo Ianese –. Decideremo la fascia di chiusura in sede di conferenza dei sindaci, allargando la partecipazione anche al Comitato galleria Comelico bis e all’Associazione Comelico nuovo». Entro la fine di agosto si terrà un ulteriore vertice fra le parti coinvolte. La tabella di marcia è giunta alla conclusione dell’iter progettuale e manca ormai soltanto la fase dell’appalto dei lavori, il cui costo nel frattempo è salito a circa cento milioni di euro, soprattutto per il rincaro delle materie prime.

«Si tratta di un progetto studiato bene – commenta il presidente, un po’ più soddisfatto rispetto agli incontri tenutisi nel 2022 –. Abbiamo colto la disponibilità a venir incontro alle nostre eventuali modifiche sull’orario e ci è stata data la facoltà di decidere. D’altronde i lavori vanno eseguiti se vogliamo mettere in sicurezza la galleria. È stato un incontro costruttivo, più sereno e collaborativo dei precedenti». Ieri, però, gli amministratori non si sono espressi né a favore né contro il nuovo piano progettuale, riservandosi di farlo più avanti.

Il nuovo progetto è il risultato dell’attenta ispezione che, avvenuta nello scorso aprile, ha permesso di raccogliere tutti gli elementi fondamentali ad inquadrare la reale situazione conservativa e le necessità infrastrutturali dei quattro chilometri del traforo lungo la statale 52 Carnica. Passaggi propedeutici per poi predisporre i relativi interventi di manutenzione straordinaria. Intanto si lavora anche sul recupero dell’ex strada dla val, in uso fino al 1986, quando venne aperta la galleria Comelico. «Non molliamo e lotteremo fino all’ultimo – assicura Giancarlo Ianese – per sistemarla come arteria d’emergenza. Se troviamo i mezzi finanziari, Anas non si è dimostrata contraria, pur rilevando che in questo momento non è di sua competenza». Perché la questione è, in questa fase, tutta politica e si gioca tutta all’interno dei palazzi romani. 

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