Il ritorno di Tiziano a Belluno. Mostra con la "Madonna Barbarigo"

Mercoledì 25 Gennaio 2017 di Enzo di Martino
Il ritorno di Tiziano a Belluno. Mostra con la "Madonna Barbarigo"
BELLUNO - Costituirà certamente una sorpresa anche per gli stessi abitanti di Belluno, il prossimo venerdì, 27 gennaio, la riapertura di Palazzo Fulcis, dopo un lungo e complesso restauro. Il prestigioso edificio settecentesco, dimora per secoli della nobile famiglia Fulcis, avrà la rinnovata funzione di museo della città: si tratta di oltre tremila metri quadri per cinque piani, che il recente restauro ha riportato ad un nuovo autonomo ed autentico splendore. Qui saranno conservate permanentemente, dopo un opportuno riordino, le oltre seicento opere che fanno parte delle collezioni civiche già esistenti.

La nuova disposizione avrà un'attenzione speciale per alcune figure scelte tra i più significativi artisti considerati locali, quali il pittore di natura Bartolomeo Montagna (1450-1523) e lo straordinario scultore del legno, autentico bellunese, Andrea Brustolon (1662-1732). Alle loro opere saranno affiancate quelle di grande qualità di importanti artisti particolarmente interessati alla pittura di paesaggio, quali Marco e Sebastiano Ricci - anch'essi bellunesi di nascita e poi veneziani di elezione - Domenico Tintoretto, figlio e prezioso collaboratore del grande Jacopo, Matteo Cesa e infine Ippolito Caffi. Naturalmente saranno valorizzate anche le collezioni, a volte ingiustamente ritenute minori, come le preziose porcellane della raccolta Zambelli, gli interessanti bronzetti della collezione Florio Mari, e la particolare raccolta di circa millecinquecento disegni ed incisioni di varie epoche e di diversi artisti.

L'attrazione centrale della riapertura di Palazzo Fulcis è però principalmente affidata all'importante prestito temporaneo (fino al 1 maggio) della splendida Madonna Barbarigo di Tiziano proveniente per l'occasione dal prestigioso Museo Ermitage di San Pietroburgo. Il titolo completo del dipinto è in effetti Madonna con Bambino e Maria Maddalena ed è stato realizzato da Tiziano all'incirca nel 1550. Ma prende il nome dalla famosa raccolta della famiglia veneziana Barbarigo a San Polo, interamente acquisita dallo Zar Nicola I nel 1850, quando le opere della collezione vennero pubblicamente messe in vendita. E per questa ragione oggi esposta in permanenza nel grande Museo Ermitage di San Pietroburgo. Configurando in tal modo una sorta di crudele alternanza storica se si pensa che nel 1581 Cristoforo Barbarigo aveva potuto acquistare da Pomponio Vecellio, figlio minore di Tiziano, l'intera casa del grande artista in Calle dei Biri a Cannaregio, con tutto quello che vi era dentro, Madonna compresa. Ha dunque un particolare significato il ritorno a casa del celebre dipinto, dopo un radicale lavoro di restauro, e dopo oltre centocinquanta anni di espatrio, perché si tratta di un'opera molto bella, importante e significativa per capire il successo del periodo tardo della pittura di Tiziano. Non a caso l'opera è infatti considerata una sorta di capostipite di una serie di varianti autografe e copie di bottega, tutte conservate oggi in prestigiosi musei sparsi per il mondo. La riapertura di Palazzo Fulcis, con l'importante presenza di un Tiziano, ma non solo, appare allora con evidenza un vero evento importante e significativo nella vita artistica e culturale della città di Belluno.
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