Cesiomaggiore. Il torrente diventato blu: l’inquinante era finito nel corso d’acqua Ponach e poi nel lago di Busche: «Nessuno ha indagato»

Sabato il disperato allarme del bacino di pesca numero 9, subito erano stati chiamati i carabinieri: arrivati poi i pompieri

Martedì 5 Marzo 2024 di Federica Fant
Cesiomaggiore. Il torrente diventato blu: l’inquinante era finito nel corso d’acqua Ponach e poi nel lago di Busche: «Nessuno ha indagato»

CESIOMAGGIORE (BELLUNO) - Un materiale “misterioso” ha reso blu le acque del rio Ponach. A lanciare il tempestivo allarme sabato pomeriggio la società Asd Piave Cordevole, concessionaria del bacino di pesca numero 9 di Belluno. Ma non sono bastate le ripetute chiamate alle autorità per fermare quel materiale sospetto: sotto gli occhi dei pescatori, che hanno tentato fino all’ultimo di evitare che defluisse, quella sostanza blu è finita all’interno del lago di Busche, in comune di Cesiomaggiore. 

L’ALLARME

A raccontare quanto accaduto è Fabiano Fontanive, il presidente del bacino di pesca numero 9 di Belluno. Il rio Ponach è un torrente che passa, anche incanalato, sotto i capannoni (in particolare dell’autodemolizione di Busche), e che sfocia nel lago di Busche.

Uno specchio d’acqua dove vivono molte specie di animali, tra cui i cigni. Una zona di pregio, essendo inserita in "Natura 2000", una zona "Zsc Zona Speciale di Conservazione" (come da Dgr 786 del 27 maggio 2016). «Sabato pomeriggio un socio del nostro bacino ci ha allertati in quanto l'acqua del rio usciva di colore blu – esordisce il presidente Fontanive -. Subito siamo andati in zona: io, e altri due consiglieri, ed abbiamo constatato l'accaduto. Abbiamo fatto subito il 1515, e da qui è iniziato subito un rimpallo tra le autorità che dovrebbero essere competenti». 

L’INTERVENTO

Il presidente Fontanive prosegue: «I carabinieri forestali della zona non erano reperibili, la stazione forestale di Feltre non avevano personale a disposizione. Ci hanno fatto chiamare i carabinieri, che ci hanno detto che non era di loro competenza e che avrebbero mandato i vigili del fuoco». I pompieri arrivano con due mezzi: fanno un sopralluogo della zona per capire l'accaduto, e fanno sapere di non poter fare nulla. «Allora chiedo se non sarebbe il caso di arginare quel materiale – riprende Fontanive -, che sembrerebbe galleggiasse solo, ed eventualmente poi di aspirarlo. Mi rispondono che provano a installare dei salsicciotti in tela per fermare l'uscita, ma di aspirare il materiale non se ne parla. Raccolgono una campionatura da mandare all'Arpav per le analisi del caso».

I CONTROLLI

«Domenica mattina faccio un nuovo sopralluogo - prosegue Fontanive - e noto tre punti posizionati dai vigili del fuoco che frenano l'avanzata del materiale e la superficie blu. Ieri mattina (lunedì) i freni erano ancora posizionati, ma il materiale era fuoriuscito lo stesso tutto verso il lago».

LA TUTELA

Il presidente della società concessionaria del bacino di pesca ricorda che la zona in questione è un sito protetto di "Natura 2000”, di più una Zona speciale di conservazione «Questo vuol dire che la pesca e la caccia ha delle restrizioni particolari e di conseguenza un'ulteriore protezione verso la fauna di tutti i tipi». «Inoltre viene tutelata anche ogni forma di flora. Anche le acque della zona sono tutelate – specifica Fontanive -. Noi siamo agenti di polizia giudiziaria in ambito di pesca ed abbiamo il dovere e l'obbligo anche di allertare le dovute autorità giudiziarie per il caso. Noi del bacino 9 abbiamo fatto il nostro dovere, ma non siamo stati aiutati praticamente da nessuno. Intanto tutto il materiale blu è uscito nel lago ormai irrecuperabile».

IL PRECEDENTE

Al momento, resta quindi il mistero delle acque blu finite nel lago di Busche. Un caso simile avvenne mesi fa nel Piave in Comelico: in quel caso le acque diventarono verdi e si scoprì che si trattava di materiale esplosivo.

Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 16:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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