Pochi vigili del fuoco a Santo Stefano: il Comelico perde la sua ambulanza

Sabato 28 Settembre 2019 di Yvonne Toscani
Pochi vigili del fuoco a Santo Stefano: il Comelico perde la sua ambulanza
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SANTO STEFANO - Ed ora il Comelico viene privato pure del preziosissimo supporto dell’ambulanza dei vigili del fuoco. Nel distaccamento di Santo Stefano l’organico è ridotto, così quando il mezzo esce per salvare vite umane, all’interno della caserma, rimangono soltanto tre pompieri. Pochi per eventuali chiamate contemporanee all’ambulanza in uscita. Per ogni intervento è infatti previsto che sia operativa una squadra di cinque persone. Insomma la scelta di non potenziare l’organico dei vigili del fuoco si abbatte, come una scure, sul più importante servizio alla collettività. L’incredibile taglio viene confermato da più parti, mentre stanno crescendo l’incredulità e, soprattutto, la rabbia di un territorio che non può e non deve perdere il basilare servizio. «Purtroppo è vero – attesta Alfredo Comis, capogruppo degli alpini di Santo Stefano e promotore negli anni delle iniziative volte a raccogliere fondi per l’acquisto dei mezzi –. La prossima settimana il neopresidente dell’Unione montana, Giancarlo Ianese, convocherà il nuovo comandante di Belluno dei vigili del fuoco per chiedere di soprassedere fino all’entrata in funzione del nuovo distretto sociosanitario, inserito all’interno della strategia nazionale dell’area interna. Questa prevede il servizio dell’autoambulanza da parte dell’Usl, ma ci vorranno due, tre anni per completare l’operazione». Un tempo enorme, quando si parla di salute. 
LA STORIA
Dal 1996, quando entrò in servizio la prima vettura di pronto soccorso affidata ai vigili del fuoco, ne sono state acquistate finora complessivamente quattro con una formula unica nel suo genere in tutta Italia che vede la sinergia fra una parrocchia e il Ministero degli Interni. L’ambulanza, infatti, è di proprietà della realtà parrocchiale di Santo Stefano, ma viene data in comodato d’uso ai pompieri. E che essa sia necessaria ed indispensabile, in un territorio periferico come quello comeliano, complesso da gestire anche sotto il profilo dell’emergenza sanitaria, è provato oggettivamente dall’ingente numero di interventi: migliaia di uscite in ventitré anni, per salvare la vita dei cittadini. 
IL VUOTO
Se non ci fossero i pompieri, che in questi anni hanno frequentato, in collaborazione con il Suem, appositi corsi, acquisendo una notevole professionalità, un pronto intervento nel comprensorio richiederebbe un tempo di attesa ben più lungo. Che potrebbe rivelarsi fatalmente troppo lungo. Si tratta dunque di un importante, qualificato, celere e gratuito (altrove è a pagamento) servizio, che è sempre stato apprezzato dagli stessi vertici istituzionali dei vigili del fuoco, tanto che quest’ultimi hanno, ogni volta, sottoscritto la convenzione con la parrocchia. L’obiettivo di dotare il distaccamento del mezzo è sempre stato raggiunto grazie alla compartecipazione della popolazione, degli enti locali, dell’azienda socio-sanitaria bellunese, delle Regole, della Regione, delle associazioni. 
Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 09:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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