La frana della Busa del Cristo minaccia il paese: «Ecco il piano di sicurezza»

Giovedì 21 Gennaio 2021 di Giuditta Bolzonello
Il piano per rendere il paese minacciato dalla frana più sicuro

PERAROLO - «Un significativo ventaglio di azioni sta alla base di un apposito piano che stiamo completando con l’obiettivo di garantire la maggior sicurezza possibile a Perarolo, e in particolare a quella parte di abitato su cui incombe la frana. Il tutto nell’ambito di un percorso per cui da tempo mi sto impegnando con le apposite strutture regionali con lo scopo prioritario di ridurre al massimo il disagio per i cittadini coinvolti dal problema». Queste le parole dell’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, ieri, al termine di un vertice convocato per fare il punto sulla frana Busa del Cristo. Una frana storica che anche recentemente ha creato problemi e costretto fuori casa per oltre un mese, comprese le festività, ben 14 cittadini residenti nella zona a rischio in caso di crollo; ma ora si progettano interventi anche sull’alveo del torrente Boite.

IL TAVOLO La frana della Busa del Cristo è stata dunque al centro di un “summit”, tenutosi a Belluno su iniziativa dell’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, con le Università di Padova, presente con il professor Antonio Galgaro, e di Firenze, con il professor Nicola Casagli, fra l’altro presidente dell’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale. Alla riunione, oltre alle direzioni regionali competenti in materia, Protezione civile, Difesa del suolo e Genio civile, hanno partecipato anche i tecnici di Rete Ferroviaria Italiana e il comune di Perarolo di Cadore. «Un’importante occasione per coordinarsi e pianificare il futuro - ha detto Bottacin al termine dei lavori -, mettendo intorno a un unico tavolo tutti i soggetti che da anni hanno fatto interventi, ma anche quelli che stanno studiando la problematic.

L’ALLERTA «Si è rivisto il sistema di allertamento e quindi le velocità di soglia per poter permettere di rientrare in casa in tutta sicurezza alle persone che devono, in determinate occasioni, subire l’evacuazione - ha aggiunto Bottacin -, ma soprattutto sono stati messi in fila tutti gli interventi che dovranno essere affrontati da qui in avanti per ridurre il rischio generato da quella frana. Abbiamo le idee chiare anche se va ricordato che si tratta di una problematica non banale di natura sia geologica che idraulica. Con tutte le cautele del caso, viste le ricadute a cui ogni scelta prelude, si provvederà a mettere in campo una serie di interventi di tipo idraulico sull’alveo del Boite, sia in sinistra che in destra orografica, ma anche drenaggi per togliere l’eventuale presenza di acqua all’interno del corpo franoso con il conseguente alleggerimento del medesimo».

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