Olimpiadi 2026, pista da bob: un'altra fumata nera. Scintille Zaia-Malagò

Mercoledì 25 Ottobre 2023 di Alda Vanzan
Olimpiadi 2026, pista da bob: un'altra fumata nera. Scintille Zaia-Malagò

BELLUNO - Fumata nera.

L’attesa riunione di ieri mattina della Fondazione Milano Cortina 2026 non ha detto dove si farà la pista da bob per le prossime Olimpiadi invernali, se sarà in Veneto o in Piemonte o all’estero. Al di là dell’acceso scambio di battute tra il presidente del Coni e della Fondazione Giovanni Malagò e il presidente della Regione Veneto Luca Zaia sulle compensazioni nel caso salti definitivamente il bob a Cortina («Altro che coniglio dal cilindro, questo è un criceto», è sbottato il governatore), le possibilità di restare sulla pista Eugenio Monti si assottigliano sempre di più. Non solo per i costi, soprattutto per i tempi: siamo a 835 giorni dalle Olimpiadi, per fare l’impianto ne servono 807. L’ipotesi di una Cortina “ridimensionata”, senza museo e opere accessorie, resta nello sfondo, ma l’ideale sarebbe che nell’arco delle prossime ore si facesse avanti un’impresa pronta a realizzare i lavori originari per i previsti 81 milioni di euro. Il Governo non intende infatti aggiungere un centesimo: «Al momento - ha ribadito in serata, all’Adnkronos, il ministro dello Sport Andrea Abodi - non mi sembra ci siano le condizioni per fare la pista a Cortina, perché il Governo ha preso dolorosamente atto di non poter mettere a disposizione ulteriori fondi».


L’ALTERNATIVA
E allora? Allora si studia il dossier Piemonte. Nel giro di una paio di settimane si farà (anche se non è chiaro da parte di chi: Simico? il ministero? una società esterna?) una perizia tecnica su Cesana, cioè l’impianto utilizzato per le Olimpiadi di Torino 2006 e ora chiuso. Se la perizia sarà positiva, bisognerà trovare i fondi, 33,8 milioni stando al preventivo della Regione Piemonte: verranno presi dal capitolo inizialmente dedicato a Cortina (e allora bisognerà modificare il Dpcm) o ci sarà un’altra linea di finanziamento? Comunque, per allargare i Giochi a una quarta Regione dopo Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige e portare il bob da Cortina a Cesana servirà l’unanimità dei territori. E da quanto è trapelato dalla riunione di ieri a Citylife, dove ha sede il comitato organizzatore dei Giochi, non è che l’atmosfera sia poi così concorde.


TENSIONE
Come riferito da Dagospia, tra Malagò e Zaia sono volati stracci. Senza bob, skeleton e slittino, Cortina si troverebbe con appena 8 gare e 24 medaglie da assegnare, cioè un quarto dell’Alto Adige (31 gare e 93 medaglie), un ottavo di Milano (65 e 195). Quanto alle discipline, Cortina ne avrebbe una e mezza: il curling e mezzo sci, quello femminile, perché il maschile è in Lombardia (che ha 7 discipline e mezzo). Una sproporzione enorme se si considera il medagliere per località: Valtellina 105, Milano 90, Tesero-Predazzo 60, Anterselva 33, Cortina 24. Altro che Cenerentola, Cortina non sarebbe neanche una zucca. Di qui la richiesta di una redistribuzione delle gare. Solo che quando Malagò ha proposto di compensare la località veneta con le Olimpiadi Giovanili del 2028, aggiungendo alle già candidate Lombardia e Trentino, Zaia ha replicato furente: «Un coniglio dal cilindro? Questo è un criceto». Si tratterebbe di una pista da bob più piccola, adatta per le discese dei giovani, da realizzarsi per il 2028. «Non ha senso cercare questi palliativi, vogliamo una pista regolare», il commento del sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi.


ACCUSE
Ma c’è tensione anche tra la Fondazione di Malagò e la Società infrastrutture Simico. A detta della Fondazione ieri non si poteva prendere nessuna decisione sulla pista da bob perché Simico non ha ancora detto se farà o non farà la pista di Cortina. L’assunto è: se la gara su Cortina è andata deserta perché le aziende ritengono l’importo troppo basso e se il ministro Abodi ha detto che il Governo non metterà un centesimo in più, allora è chiaro la pista Eugenio Monti è saltata, ma Simico deve dirlo. Simico, però, ribatte che deve esserci un pezzo di carta formale: è un Dpcm a dire che la pista da bob si fa a Cortina, non basta un’agenzia di stampa con un virgolettato di Abodi per cambiare programma. Ma, è l’obiezione della Fondazione, se Simico è di fatto il Governo (la società è partecipata da due ministeri, Economia e Infrastrutture, e da Lombardia, Veneto, Trento e Bolzano), dovrebbe saperlo, o no? E poi i costi: se Cesana 2006 è costata 110 milioni, come si poteva pensare che 20 anni dopo Cortina costasse il 25% in meno? Ed è un paradosso, perché l’obiezione comune è che Cortina costi troppo. Insomma, il clima è tesissimo e una decisione ancora non c’è.
Per la cronaca: stando alla nota stampa, alla riunione c’erano il ministro Andrea Abodi in rappresentanza del Governo italiano; i sindaci di Milano e Cortina d’Ampezzo, Giuseppe Sala e Gianluca Lorenzi; i presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia; i presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher; il presidente della Fondazione, Giovanni Malagò con il vicepresidente Luca Pancalli e il ceo Andrea Varnier. E com’è andata? “Un ampio e sincero confronto volto alla condivisione di tutte le tematiche e all’avvio di un percorso di approfondimento che si completerà nei tempi già condivisi con il Cio”. Cioè tra novembre e dicembre. La telenovela continua.
 

Ultimo aggiornamento: 07:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci