Olimpiadi, Malagò rimette in pista Cortina. Inchiesta della Corte dei Conti. Zaia: «Senza bob o altre gare, strade separate»

Martedì 24 Ottobre 2023 di Roberta Brunetti e Alda Vanzan
Olimpiadi, Malagò rimette in pista Cortina. Inchiesta della Corte dei Conti. Zaia: «Senza bob o altre gare, strade separate»

Olimpiadi invernali e pista da bob, il Veneto è di nuovo in gioco. «Io faccio il tifo per Cortina», ha detto Giovanni Malagò alla vigilia della riunione del consiglio di amministrazione della Fondazione olimpica da lui presieduta.

Ma sulla discussa, affossata e ora riproposta pista Eugenio Monti la Procura della Corte dei conti di Venezia ha aperto un fascicolo: perché se l’impianto non si farà più, qualcuno dovrà spiegare i soldi finora spesi. E anche il perché dei ritardi.


SORPRESA
In tour in Veneto tra Vicenza, Sedico nel bellunese e Castelfranco, Malagò - interpellato sulla possibilità di un progetto “ridotto” della pista Monti - non ha escluso sorprese: «Per la riunione della Fondazione a Milano mi aspetto di avere una soluzione, potrebbe anche esserci un coniglio dal cilindro». Ed è stato durissimo, pur senza mai citarla, nei confronti di Simico, la Società Infrastrutture Milano Cortina: «Il Veneto è stato penalizzato da chi aveva onori e oneri di realizzare l’opera, ossia un’organizzazione del Governo, e di conseguenza tutto può fare che non prendersela con lo sport». Ma non era stato proprio Malagò a dire che la pista da bob di Cortina era tramontata? «L’ultima volta che ho parlato di questo argomento è avvenuto a Mumbai in quanto avevamo una scadenza formale, in occasione del board del Cio. Io sono stato solo ambasciatore di quello che mi è stato riferito. Io faccio il tifo per Cortina, come lo farei per qualsiasi luogo dove all’inizio si era abbracciato un’idea di pianificazione». Dopodiché Malagò non ha nascosto l’irritazione per i ritardi accumulati: «Da tempo avevo lanciato l’allarme sui ritardi, in tutti i modi possibili e immaginabili, esiste un intero un dossier con le tutte le cose che ho detto. Poi quando qualcuno ti dice “vedrai che tutto andrà a posto”, ci conti, ma non mi sembra sia andata così. Il mondo che io rappresento, questo è un fatto statutario, giuridico e normativo, ha stabilito che noi ci dobbiamo occupare di certe cose e qualcuno si deve occupare di realizzare gli impianti e le opere. Noi non facciamo i costruttori, questo spero sia chiaro a tutti. Chi onestamente lo interpreta in un altro modo non è in buona fede».


L’INCHIESTA
E ora i ritardi che hanno segnato le travagliate vicende della pista da bob di Cortina sono nel mirino dei magistrati contabili di Palazzo dei Camerlenghi. La Procura della Corte dei conti del Veneto ha aperto un fascicolo sulla decisione di non realizzare più l’opera, annunciata da Malagò lo scorso 16 ottobre in India. Un fascicolo al momento contro ignoti che prende le mosse dalle notizie uscite in queste settimane su giornali e siti di informazione. Se la scelta di rinunciare alla pista è legata ai ritardi accumulati in questi anni, i magistrati contabili vogliono fare chiarezza sul perché si sia impiegato tanto tempo e su quanti soldi pubblici siano stati già spesi, a questo punto inutilmente. Tra le notizie che la Procura contabile vuole approfondire, quella del video di lancio della pista da bob, realizzato da una nota agenzia del settore, ancora in bella vista sul sito di Simico, che da solo sarebbe costato quasi 40mila euro. E poi le spese di progettazione. A fronte di un’opera dal costo previsto di 124 milioni, bisognerà soprattutto capire se c’è stata una stima adeguata su costi e tempi necessari a realizzare l’opera. La Procura, ovviamente, non contesta la scelta di realizzare una pista da bob a Cortina. Quel che interessa a Palazzo dei Camerlenghi è capire perché si è arrivati tanto in ritardo, fino al dietrofront. Le indagini dovranno ricostruire i diversi passaggi dell’operazione, i costi già sostenuti, i ritardi accumulati. E le persone, nel caso, a cui imputare l’eventuale danno erariale: per i soldi pubblici spesi inutilmente, per un possibile danno d’immagine. Prossimo passaggio: l’acquisizione della documentazione.


L’ATTESA
Inchiesta contabile a parte, si aspetta di capire cosa si deciderà oggi a Milano. Durissimo il governatore veneto Luca Zaia: «Una soluzione la si deve trovare, sennò senza bob o altro dobbiamo prendere atto che si va per strade separate. Il dossier Olimpiadi nasce da me, misi Cortina sede Olimpica e poi Trento e Bolzano. Poi si sono aggiunti altri, ma non è che possiamo fare tutte le Olimpiadi in Lombardia».
Intanto Piemonte e Torino hanno inviato il dossier Cesana a Governo e Coni: utilizzare l’impianto del bob delle Olimpiadi 2006 comporterebbe un risparmio del 60% rispetto al progetto di Cortina. Contro gli 81 milioni della pista veneta, Cesana costerebbe 33,8 milioni, di cui 28,5 per i lavori sull’impianto, e tempi di realizzazione di 90 giorni per il progetto e un anno di lavori. Quanto all’utilizzo post olimpico, l’ipotesi proposta è quella di farne una sorta di «Coverciano della neve”, con la possibilità di candidare il Piemonte ai mondiali 2028.
 

Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 07:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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