Milano-Cortina, la rabbia di Confindustria: «Ridateci le nostre Olimpiadi»

Duro attacco della presidente di Belluno, Lorraine Berton: «Siamo indignati». Zaia: «Il danno lo hanno fatto altri, ora mi aspetto una proposta dal Cio»

Martedì 7 Novembre 2023 di Angela Pederiva
Lorraine Berton e Luca Zaia

dalla nostra inviata
BELLUNO - Confindustria Belluno Dolomiti ci spera ancora. Ma è diventato davvero difficile credere che i Giochi Invernali 2026 saranno una grande occasione per Cortina tanto quanto per Milano, perciò Lorraine Berton aggiorna a sorpresa il sottotitolo dell’assemblea “L’impresa di sognare”. Quel “patto olimpico per il nostro futuro”, pensato qualche mese fa, sembra proprio essersi rotto in queste ultime settimane: «Ridateci le nostre Olimpiadi!», alza allora la voce la presidente dal palco del Teatro Comunale, davanti alla platea dei 500 imprenditori e ospiti, da Cirillo Marcolin a Vittorio Tabacchi, da Enrico Carraro a Leopoldo Destro, il fronte settentrionale del Veneto che si sentirebbe locomotiva anche nello sport e invece si ritrova a sbuffare dietro la Lombardia.


L’INDIGNAZIONE
Di fronte a vicende che non esita a definire «sconcertanti», Berton è una furia in tacchi alti: «I numeri raccontano una realtà che non vogliamo accettare: Lombardia 65 gare e 195 medaglie, Trentino Alto Adige 31 gare e 93 medaglia, Cortina senza il bob 8 gare e 24 medaglie.

Sentire da autorevoli esponenti delle istituzioni lombarde che i “giochi sono fatti” e che “non si può tornare indietro”, ci indigna non poco. Ci chiediamo: dov’è lo spirito di squadra? Le Olimpiadi dovrebbero essere un volano per l’intera nazione, ma soprattutto per le aree non che” con troppa superficialità. Dovrebbero essere anche uno strumento per ridurre quelle disuguaglianze territoriali che sono un freno alla crescita del Paese. Mi auguro quindi che prevalga il buon senso, che si trovi una soluzione per la pista da bob a Cortina o per una ridistribuzione delle gare. Non possiamo accettare che si mortifichi un territorio». A margine del discorso pubblico, la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti rincara lo sfogo: «Se il Governo abbandona la montagna, abbandona il Paese. Non gli chiedo di combattere, ma di aiutare chi combatte. Il problema è che qua a farlo mi pare che siamo solo in due, Zaia e io. Per il resto sento tante lamentele ma vedo pochi fatti».


IL DANNO
Evocato, il governatore Luca Zaia arriva con le scarpe da ginnastica: «Mi sono infortunato alla caviglia». Era toccato al ginocchio in quel salto di esultanza, nel 2019 a Losanna, per la vittoria del dossier italiano contro la candidatura svedese. Nostalgia canaglia, ora che la sfida per il bob è tra Cesana Torinese e Sankt Moritz, mentre Cortina non ha ancora risposte alla richiesta di riallocare le gare. «Se alla fine sarà un “no” – riflette il presidente della Regione – sarà una mancanza di rispetto nei confronti del Veneto. Senza mettere in ginocchio la Lombardia, e ci mancherebbe altro perché dobbiamo essere ancora compagni di viaggio, spero che a breve arrivi una proposta dalla Fondazione Milano Cortina e dal Comitato olimpico internazionale. Purtroppo il Veneto sta facendo un grande sacrificio e non per propria incapacità o incuria: siamo stati spettatori che hanno subìto quello che è accaduto, il danno non lo abbiamo fatto noi». La frecciatina pare proprio essere diretta a Simico: «I nostri rapporti? Buoni, come con tutti. Ma sulla messa a norma dell’Arena di Verona – chiosa Zaia – non si transige. Mando un messaggio a tutti: sono stati stanziati 18 milioni di euro e per le Olimpiadi deve essere totalmente accessibile ai disabili». 
I campioni olimpici sono delusi per questa storia. Confida il signore degli anelli Jury Chechi: «Da italiano mi dispiace molto. E se si comincia a litigare adesso, perdiamo una grande occasione». Dice l’ex fondista Manuela Di Centa, membro onorario del Cio: «Tutti vorremmo che l’Italia avesse anche lo sliding center. Chi è dov’è, deve decidere cosa fare». Sbotta l’ex nuotatrice Novella Calligaris, presidente degli Azzurri d’Italia: «La figuraccia che stiamo facendo è indescrivibile. I cinesi costruiscono un palazzo in una settimana e noi non riusciamo a costruire una pista in due anni? Non ci sto. È impossibile che nessuno risponda a un bando: o è fatto male, o è megalomane, o qualcuno ciurla nel manico. Noi dobbiamo farcela. Mi rivolgo anche a Carlo Bonomi».


LA MANOVRA
Il numero uno di Confindustria se la cava con una battuta: «Sono venuto in pace. Sono lombardo ma di Crema, l’ultimo avamposto della Serenissima...». Bonomi vira sui temi economici: «C’è una squadra di 150mila atleti che negli ultimi 4 anni ha stupito il mondo e ha consentito a 5,5 milioni di famiglie di avere un reddito malgrado la pandemia e la crisi energetica. Gli sportivi vengono giustamente ricordati, ci piacerebbe un Paese che fosse orgoglioso anche dei suoi imprenditori». Il giudizio sulla manovra del Governo? «Ragionevole che per quelli che erano stati gli annunci iniziali e le risorse realmente disponibili. Però si è guardato solo alla domanda e non anche all’offerta: nella bozza al mondo delle imprese è destinato solo l’8%. Ci viene detto che Industria 5.0 è demandata alla contrattazione con la Commissione europea, ma l’economia sta rallentando adesso. Non vogliamo fondi a perdere e pioggia di sussidi, abbiamo necessità di stimoli e investimenti». 
Pure di infrastrutture, aggiunge Berton, rilanciando l’esigenza dello sbocco oltre l’attuale limite dell’A27: «L’asse Nord-Sud è strategico tanto quanto quello Est-Ovest, sul quale si è intervenuti con la Superstrada Pedemontana Veneta o i lavori di allargamento in A4». Poi spazio ai giovani: il campione paralimpico René De Silvestro, la manager Serena Granziera, l’imprenditore Riccardo Maggioni, la scrittrice Serena Peroly. «Ma intanto alla guida della commissione sull’Intelligenza artificiale si nomina un 85enne: siamo completamente fuori strada...», incassa l’applauso la presidente, senza nemmeno bisogno di citare Giuliano Amato. 
 

Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 11:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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