Futuro del Nevegàl, appello a Bim Gsp. La municipalizzata gestisce 4 sorgenti sul Colle: «Il Comune potrebbe "compensare" il territorio»

Martedì 20 Febbraio 2024 di Federica Fant
Futuro del Nevegàl, appello a Bim Gsp

BELLUNO - "Belluno Alpina" chiede al Bim Gsp di partecipare all'ambizioso progetto di ripopolamento dialogando anche con il Comune per rilanciare il tessuto sociale della parte alta del capoluogo. Ma che c'entra Bim Gsp? Tra le Ronce, Medil, Tassei e Piandemonte sgorgano quattro sorgenti che, dagli anni '50, approvvigionano sia il Nevegal che il Castionese.

L'IPOTESI
L'idea di "Belluno Alpina" è garantire manutenzioni alle infrastrutture necessarie anche per i servizi (una viabilità rinnovata, lo sviluppo della rete di telefonia per fare solo un paio di esempi).

Una sorta di "ricompensa" per aver distribuito l'acqua senza però aver mai recuperato nulla in termini pratici. «Nel comprensorio prealpino insistono importanti prese d'acqua esordiscono dall'associazione -: curare il territorio vuol dire anche continuare a garantire i servizi» Da questo ragionamento, in vista del prossimo consiglio dell'associazione, nasce l'idea di "Belluno Alpina" di coinvolgere nelle sua iniziative antispopolamento Bim Gsp, il gestore del servizio idrico. «Sono quattro le prese d'acqua presenti: Tassei, che serve Valmorel; Ciroc, per Via delle valli e Tassei; due a Medil: Violant e Campagot, quest'ultima molto importante perché serve il Castionese e il Nevegàl -spiegano dall'associazione- Il comprensorio garantisce risorse anche alle realtà limitrofe, forse sarebbe il caso di essere "ricambiati" almeno con strade adeguate e sicure, non fosse altro che per garantire il transito dei mezzi che dovessero essere impegnati nelle operazioni di riparazione e di manutenzione».


L'INCONTRO
Nasce da qui l'idea di coinvolgere nella prossima assemblea di Belluno Alpina anche l'azienda del servizio idrico integrato provinciale, in nome di quel binomio pubblico-privato sul quale l'associazione da sempre spinge per l'attuazione del progetto antispopolamento "Ronce 2020": «Dobbiamo progettare in una logica di area vasta prealpina, combattendo l'abbandono attraverso progetti concreti, rendendo più attrattiva l'area valorizzando il bosco, le peculiarità naturalistiche e turistiche, l'agricoltura. Sappiamo di poter contare sul sostegno e sull'attenzione di alcuni membri della giunta del capoluogo: è necessario che il Comune di Belluno faccia valere il suo ruolo capofila, affiancando Bim Gsp, i comuni limitrofi e i privati in questo percorso».


L'AGENDA
I temi centrali sono quelli noti: dal completamento del percorso natura/famiglia da Ronce al Nevegàl fino a Valmorel, con altri 3 km di strada naturalistica silvopastorale a quota 1000 e con nuovi punti di ristoro, alla costituzione del consorzio forestale per gestire il bosco e creare economia dalla filiera del legno, dalla ristrutturazione dell'ex scuola di Ronce quale luogo di incontro e confronto per la gestione consorziale e come punto di ristorazione alla sistemazione e adeguamento delle strade, ormai ridotte ai minimi termini sia verso il Nevegàl che per Piandelmonte, Tassei e Cet e Val d'Art. «Servono idee per lo sviluppo del territorio, solo così si possono creare situazioni che invogliano i privati ad investire qua. Dobbiamo decidere il futuro di queste località e lavorare per realizzarlo: l'alternativa è il continuo e inesorabile spopolamento. Gli obiettivi però non devono essere calati dall'alto, ma devono essere il frutto delle idee e delle proposte delle popolazioni che abitano e conoscono il comprensorio con le sue problematiche e i suoi punti di eccellenza», rimarcano dall'associazione. Alle infrastrutture «vanno aggiunte poi occasioni di ritrovo sociale, di festa e di promozione del territorio - conclude il presidente Gimmy Dal Farra -. I volontari locali hanno creato numerosi eventi per i residenti, soprattutto per quelli più anziani, che hanno comunque intrattenuto anche i visitatori, ma non è un segreto che il nostro obiettivo è portare il Giro d'Italia nelle nostre terre, coinvolgendo l'intero comprensorio con una proposta che interessa l'Alpago, Ponte nelle Alpi, Belluno e Limana».

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