Selva di Cadore, un viaggio fino alla preistoria con i dinosauri ricostruiti nel bosco

Giovedì 7 Luglio 2022 di Raffaella Gabrieli
Un bambino "misura" con le braccia uno dei rettili preistorici ricostruiti nel bosco di Santa Fosca

SELVA DI CADORE - Tito, Ciro, Spino sono solo alcuni dei diciotto nuovi “abitanti” di Selva di Cadore e Santa Fosca: sono i protagonisti della mostra “Dinosauri in carne e ossa - Val Fiorentina Dolomiti - Le origini” che da ieri fanno bella mostra di sè, ricostruiti con rigore scientifico a grandezza naturale, per la gioia dei più piccoli, ma non solo. L’iniziativa richiama l’attenzione su Selva di Cadore come luogo di memoria preistorica, grazie a numerose testimonianze rinvenute tra cui le orme dei dinosauri sul monte Pelmetto e la sepoltura di Valmo, l’uomo mesolitico di Mondeval. «Questa esposizione - spiegano Diego Battiston e Simone Maganuco, archeologo e paleontologo - assicura l’incontro ravvicinato con i giganteschi rettili che 230 milioni di anni fa dominavano il monte Pelmo e la Val Fiorentina». 


IL RITORNO 
Gli enormi rettili preistorici tornano sulle Dolomiti, un tempo barriera corallina. Sono ospitati in parte al museo civico “Vittorino Cazzetta” che quest’anno compie 40 anni e in parte all’aperto, lungo un semplice percorso tra i boschi della vicina Santa Fosca. «Si tratta - spiegano Battiston e Maganuco - di modelli di dinosauri e animali preistorici riprodotti a grandezza naturale e con l’aspetto che dovevano avere in vita, ricostruiti in base agli studi scientifici di un team interamente italiano con la consulenza di paleontologi professionisti. Il format, unico nel suo genere, ha l’obiettivo di coinvolgere il pubblico di ragazzi e adulti trasformando la visita in una vera e propria esperienza nel vasto mondo della paleontologia e in particolare quella nazionale». La mostra, promossa dal Comune di Selva di Cadore in collaborazione con Trame di Storia Impresa Sociale che gestisce il museo “Cazzetta”, e la Pro loco Val Fiorentina, con il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Belluno e della Fondazione Dolomiti Unesco, «rappresenta un’occasione unica - dicono gli organizzatori - per fare un tuffo nel remoto passato del nostro pianeta, andando alle origini, quando il paesaggio dolomitico doveva essere assai simile a quello delle odierne isole Bahamas, dove bracci di mare si protendevano nell’entroterra, lasciando, con la bassa marea, pozze d’acqua poco profonde, e le pendici delle attuali montagne erano solcate dai pesanti passi dei rettili preistorici.

Le loro impronte sono oggi ancora visibili sul monte Pelmetto, il calco è conservato al museo “Cazzetta”: venivano scoperte, primo ritrovamento di tracce di dinosauri sulle Dolomiti, quarant’anni fa dal paleontologo autodidatta Vittorino Cazzetta su un blocco di dolomia». 


IL PERCORSO 
L’esposizione dei dinosauri, realizzati in vetroresina dalla Geomodel di Mauro Scaggiante di Quanto d’Altino, è organizzata in due sezioni: una interna al museo e una all’aperto. Nella prima, allestita negli spazi del museo “Cazzetta”, si possono incontrare dodici dinosauri italiani tra cui Tito, il sauropode titanosauro proveniente da Roma, il dinosauro lombardo Saltriovenator, e Ciro, il cucciolo di carnivoro famoso in tutto il mondo rinvenuto in provincia di Benevento. «La sezione all’aperto invece - viene spiegato - è realizzata nella frazione di Santa Fosca ed è dedicata ai dinosauri testimoni della grande estinzione che ha segnato la fine dell’Era Mesozoica e permette di far cenno anche alle altre estinzioni di massa, non ultima quella che si sta verificando per mano dell’uomo attualmente. Tra gli esemplari esposti compaiono anche l’enorme predatore Tyrannosaurus, l’erbivoro con le corna Triceratops e il dinosauro piumato Anzu, imparentato con gli uccelli contemporanei a ricordarci che, nonostante l’estinzione di molte specie, alcuni dinosauri sono ancora tra noi». «Conosci la tua storia, rispetta la tua terra, consegnala al futuro - il motto del museo ricordato dal sindaco Luca Lorenzini - L’evento, di importante caratura scientifica e contestualizzato alla realtà Dolomitica, non rappresenta solo l’occasione per fare un tuffo nel Triassico, ma anche un modo per risvegliare la curiosità, il piacere della scoperta, la consapevolezza della fragilità del mondo in cui viviamo. Ad accompagnare la mostra è stato organizzato inoltre un calendario ricco di eventi correlati». La mostra “Dinosauri in carne e ossa” sarà aperta da sabato all’11 settembre tutti i giorni in orario 10-13 e 15-19 (www.museoselvadicadore.it).

Ultimo aggiornamento: 07:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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