«Faccio il medico da 35 anni e sono passato da santo a drago con le fauci fiammeggianti»

Lunedì 5 Dicembre 2022 di Enzo Bozza*
«Faccio il medico da 35 anni e sono passato da santo a drago con le fauci fiammeggianti»
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Pratico la professione medica da 35 anni, prima come medico di Pronto Soccorso, poi dal 1995 in qualità di medico di medicina generale. Se fino a qualche tempo fa era possibile cogliere atteggiamenti di gratitudine e fiducia da parte della gente oggi non è più così. Già prima della pandemia da Covid era possibile cogliere una certa diffidenza. Ma in piena epidemia, ho visto per la prima volta nella mia vita professionale, un vero sovvertimento dei valori di accudimento e fiducia per il mio lavoro. Al culmine di questa rivolta, una lettera anonima trovata nella mia cassetta della posta che mi indicava come responsabile di una vera e propria congiura sanitaria, come membro di una non ben definita setta di boicottatori della salute, armati di virus costruiti in laboratorio. Con l'aggravante dei vaccini, studiati per rendere ancora più succubi quelli che avevamo schiavizzato con la malattia.

Mi sono trovato ad essere da San Lorenzo con la lancia salvifica, al drago con le fauci fiammeggianti.

Ho somministrato più di seicento vaccini ad altrettante persone, tutte ancora in ottima salute. Gli unici sei decessi nella mia zona, si sono verificati tra persone non vaccinate. Ma tanto è bastato per ritrovarmi nel ruolo del drago. Assolutamente convinto della bontà e buona fede della Scienza Medica, ho spostato il mio campo di indagine verso le motivazioni di tanta disinformazione. Qualche mio paziente diffidente afferma: non sapremo mai come sarebbe andata senza vaccini, ma sicuramente avremmo avuto meno morti. Rispondo con il paradosso del paracadute: non esiste nessuna ricerca che metta a confronto la caduta con il paracadute e quella senza per mortalità assoluta. Se non altro per la mancanza di volontari che accettino di lanciarsi senza.

In mancanza di evidenze, meglio affidarsi al buon senso. Ma il buon senso è latitante nei nostri canali di informazione.

La realtà scientifica pone problemi molto complessi e, spesso, di fronte all'incomprensione si regredisce verso la cognizione favolistica. Come nei bambini con i quali si aggirano gli ostacoli complessi ricorrendo alle favole. Così siamo alla post verità dei social: non ha importanza se la cosa sia vera o falsa, importante è far leva sulle emozioni per credere. Come nelle favole. Problema enorme la diffidenza dei pazienti che cercano le soluzioni nella favola che semplifica, con il linguaggio di Google che manca di un elemento fondamentale nella terapia. Con i medici. Croce e delizia della nostra epoca: il computer che deve collegarci, invece ci isola. In un mondo virtuale dove spesso vivono solo le favole.


*medico di base
 

Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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