Marmolada, riaperto l'accesso. Ecco cosa cambia: vietato il fuoripista, "zona di attenzione" con possibili limitazioni

Ordinanza del sindaco di Canazei in base alle relazione tecniche del dipartimento protezione civile della Provincia di Trento. Riapre il rifugio Cima Undici. Per l'estate 2023 eventuali nuovi divieti in caso di temperature anomale

Giovedì 17 Novembre 2022 di Raffaella Gabrieli
La Marmolada dopo la tragedia del 3 luglio scorso

ROCCA PIETORE - Da ieri la Marmolada è di nuovo aperta. In serata Giovanni Bernard, sindaco di Canazei, ha firmato l'ordinanza che stoppa la "zona rossa" e revoca la chiusura scattata con la strage del 3 luglio. Sollecitata a più riprese dal versante di Rocca Pietore, la decisione è stata formalizzata sulla scorta della relazione tecnica curata dal dipartimento Protezione civile della Provincia autonoma di Trento, contenente una serie di dettagliate prescrizioni.

FASCIA DI ATTENZIONE
Il documento definisce una nuova area di attenzione sul fronte nord della Marmolada, su cui potranno essere attivate eventuali limitazioni in caso di necessità, sulla base dei dati di monitoraggio. Continueranno dunque a essere registrati e analizzati con specifiche apparecchiature i parametri nivometeorologici; in caso di segnalazione di criticità, saranno effettuati sopralluoghi sul campo. La fascia di attenzione è ora costituita dalla calotta e dalle due principali lingue che la circondano e scende fino al lago di Fedaia. In quella specifica area, si prevede che con la stagione estiva 2023 sia attivabile nuovamente un divieto di accesso, qualora si dovessero ripetere periodi prolungati di forte innalzamento delle temperature. «La definizione di quest'area - spiega la Provincia - deriva infatti dalla sovrapposizione della zona di crollo e deposito con quella di pericolosità da valanghe, secondo quanto previsto dalla Carta del pericolo approvata nel 2020 dalla Giunta provinciale.

In quella specifica area, si prevede che con la stagione estiva 2023 sia attivabile nuovamente un divieto di accesso, qualora si dovessero ripetere periodi prolungati di forte innalzamento delle temperature».

RIFUGI E PISTE
I rifugi Capanna ghiacciaio Marmolada e Pian dei Fiacconi, posti l'uno vicino all'altro a circa 2.700 metri di quota, non possono ancora essere utilizzati. Le due strutture, una delle quali distrutta da una valanga nel dicembre 2020, si trovano infatti nell'area più critica, vicino alle potenziali aree di crollo e di scorrimento delle valanghe che frequentemente si distaccano dai versanti della Regina. Può riaprire invece il rifugio Cima Undici, situato in prossimità del lago di Fedaia.

INCUBO CROLLI
«Non avendo ancora concluso le indagini scientifiche sulle cause del crollo e non potendo escludere crolli futuri che coinvolgano aree ben più estese di quella che ha causato la tragedia del luglio 2022, dovrà essere attentamente valutata la loro permanenza sul sedime attuale attuando un piano di delocalizzazione specifico», specifica Raffaele De Col, dirigente generale del dipartimento Protezione civile.

MONITORAGGIO ESSENZIALE
Le piste da sci che si trovano nella sola area nord-orientale del versante, invece, ricadono all'esterno dell'area più critica. Per il loro utilizzo, è stato ritenuto comunque indispensabile che la società concessionaria «collabori e contribuisca alla sicurezza sia per quanto già previsto dalle leggi di settore, sia in termini di monitoraggio e opere dirette di protezione». A tal proposito l'impresa dovrà «segnalare e impedire la pratica del fuoripista nelle zone innevate esterne ai tracciati ufficiali, in modo che agli utenti portati in quota con gli impianti funiviari sia precluso l'accesso alle aree direttamente interessate dal crollo del 3 luglio».

LEALE COLLABORAZIONE
Per quanto riguarda invece la fruizione del territorio nell'area sciistica durante il periodo estivo, la Provincia reputa opportuno definire «un protocollo di leale collaborazione tra il gestore delle piste e il Comune di Canazei, per preservare l'integrità del territorio e tutelare la sicurezza delle persone che frequentano l'area». Quanto infine alla rete di sentieri che portano in vetta, il dipartimento propone di prevedere una nuova configurazione dei tracciati ufficiali, affinché non ci siano sovrapposizioni con l'area più critica e le eventuali interferenze siano ridotte al minimo. Per questo i nuovi tratti di sentiero e quelli dismessi dovranno essere dotati di un'adeguata cartellonistica.

SIGILLO POLITICO
Il provvedimento tecnico ha ricevuto il sigillo politico. Maurizio Fugatti e Luca Zaia, presidenti rispettivamente di Trento e Veneto, si sono confrontati sulla riapertura del ghiacciaio della Marmolada con il chiaro obiettivo di cercare di permettere l'accesso ai lavoratori, agli alpinisti e agli sportivi. «La stagione sciistica sulla Marmolada - ha confermato Fugatti - potrà ripartire con alcune prescrizioni. L'apertura dovrà tenere presente il pericolo, soprattutto nelle zone limitrofe alle piste da sci. Quanto avvenuto quest'estate con la tragedia conseguente al distacco della grossa massa è un evento luttuoso recente che porta con sé il ricordo di undici vite stroncate che non si può dimenticare ma la zona, meta sciistica e turistica da decenni, è da sempre inserita nelle aree a rischio valanghe».

«CATASTROFE INDELEBILE»
«La tragedia del 3 luglio - ha concordato Zaia - è una catastrofe che rimarrà indelebile per le undici vittime che abbiamo dovuto piangere. Undici appassionati che esprimevano il loro amore per la montagna, cercando tra le cime la bellezza e le opportunità offerte dalle Dolomiti patrimonio dell'Umanità».

SPIRITO&PATRIMONIO
«Un patrimonio che, nonostante il massimo rispetto per i lutti causati dalla tragedia, è sempre a disposizione di chi vuole viverlo con lo stesso spirito - conclude Zaia -. Non può prescindere da questo qualsiasi decisione di riapertura delle attività come non può prescindere dal fatto che la montagna vive grazie al turismo e grazie al richiamo e lo sfruttamento degli impianti sportivi».

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 22:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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