Strage di pecore in Alpago: «Il problema non sono i lupi, ma gli allevatori, che non proteggono i loro animali»

Venerdì 24 Novembre 2023 di Federica Fant
L'esperto di lupi Cristiano Fant

BELLUNO - «Se fossero confermate le 700 predazioni in Alpago significherebbe che c'è un problema lupo, ma anche un problema allevatori». Esordisce così Cristiano Fant, divulgatore scientifico con specializzazione in etologia relazionale e con la specializzazione in gestione della biodiversità terrestre e marina, noto nel Bellunese per essere presidente dell'associazione Siamo tutti animali. Replica ai dati e alle affermazioni di Patrick Sommacal, che proprio a Lamosano e Molini aveva i suoi animali in un progetto avviato quasi 10 anni fa. Ma le razzie del lupo, lo «strazio di vedere quelle bestie che erano "di famiglia" ridotte a brandelli» lo hanno convinto ad arrendersi.
«Partirei dai numeri: 700 predazioni stimate ovvero 140 pecore all'anno uccise? Paiono numeri troppo alti per essere veri. Anche volendoci avvicinare quest'analisi dimostra chiaramente che c'è un problema lupo, ma anche un problema allevatori. Cioè non si riesce a capire come detenere correttamente i propri animali». Fant fa sapere di recarsi spesso in Alpago: «Le reti che vedo sono sempre basse, fatiscenti, che trattengono a mala pena le pecore, figurarsi i lupi. Eppure ci sono leggi che l'allevatore deve rispettare per tutelare gli animali anche dalle predazioni, leggi che ci sono dal 2001». E che spesso la realtà «dimostra che gli allevatori non conoscono, anche perché i sindaci e le associazioni di categoria non le organizzano nemmeno. E poi sono sempre i primi di lamentarsi, basta pensare al sindaco di Chies d'Alpago - insiste Fant -. Cosa ha mai fatto il sindaco? La legge dice che il sindaco deve creare eventi annuali per far sì che la gente capisca come convivere con gli altri animali: parlo della legge regionale 60/1993». Gianluca Dal Borgo non ha mai fatto mistero della sua posizione parlando di troppi lupi e di cittadini preoccupati per il loro girovagare per le strade. Questo in sintesi il suo pensiero. Il lupo, si sa, è un animale protetto e quindi in casi eccezionali si può solo prevedere la sua dissuasione attraverso i pallini di gomma, come accaduto nel Bassanese.

Cristiano Fant parla poi degli hobbisti. «Prendo spunto dallo sfogo di Sommacal: gli obblighi dell'hobbista, in termini di legge, sono gli stessi dell'allevatore professionista e quindi si deve attrezzare nel modo adeguato. D'altra parte sappiamo bene che in provincia di Belluno, quanto a benessere animale, siamo messi molto male: manca una cultura di base e lo vediamo nelle detenzioni di cani e anche in questo caso abbiamo mancanze da parte delle amministrazioni comunale e delle forze dell'ordine». Sommacal parlava del progetto avviato nel 2014, «che è sicuramente meritorio interviene Fant - che però non ha ricevuto gli aiuti che avrebbe dovuto ricevere: le reti adeguate, che non sono quelle che consegna la Regione Veneto, l'aiuto con i cani da guardiania e tutta una seria di piccoli aiuti quali chiudere animali in stalla. Non si possono lasciare gli animali senza il pastore e mi rendo conto che per un hobbista è impegnativo, ma è così». Infine una chiosa più politica: «Altrove si riesce a fare turismo grazie alla presenza del lupo, nel Bellunese e in Veneto non si riesce: si preferisce investire denaro su impianti e strade anziché promuovere l'immensa ricchezza in termini di ambiente e animali».

Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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