Allevatori per hobby in fuga dall'Alpago: «Non è più possibile vivere con i lupi»

Giovedì 23 Novembre 2023
Pecore sbranate dai lupi

BELLUNO - Sono stimate in 700 le predazioni avvenute nella conca dell'Alpago negli ultimi anni e se sette anni fa le pecore della razza "pagota" erano tremila oggi sono ridotte a 2.300. Numeri stratosferici che hanno già portato a mollare tutto molti hobbisti, ovvero allevatori non professionali che in genere si dedicano ai propri animali nel tempo libero. Tra questi Patrick Sommacal, che proprio a Lamosano e Molini, aveva i suoi animali in un progetto avviato quasi 10 anni fa.

Ma le razzie continue del lupo, lo strazio di vedere quelle bestie che erano "di famiglia" ridotte a brandelli lo hanno convinto ad arrendersi.

LA BATTAGLIA INUTILE
«Non è più possibile vivere con i lupi nell'Alpago: è troppo pericoloso», dice sconsolato l'ex hobbista. E come lui se ne sono andati anche altri. «Non ci sono più i sistemi di contenimento che tengano contro i lupi - prosegue Sommacal -: hanno anche imparato a saltare i recinti». «Ormai è tardi, ma non so nemmeno quanto efficace possa essere questo metodo di dissuasione con le pallottole di gomma», rincara Sommacal. «Avevo cercato di coinvolgere un po' tutti nella mia battaglia contro il predatore - prosegue - ma c'erano gli ambientalisti che si erano messi contro: non capivano che si stava perdendo il controllo della situazione. Un conto è dire non spariamo al lupo, un conto è dire non fermiamo il lupo». «La situazione ora non è tranquilla e non si pensa alle bestie che sono morte in tutti questi anni», conclude.

IL PROGETTO
Era il 2014 quando Sommacal iniziò un programma di recupero ambientale per lo sfalcio ecologico diventando allevatore per hobby. «Mi sono preso in carico alcuni terreni lasciati da persone che si sono trasferite all'estero o da anziani che non riescono più a far fronte alle incombenze, con lo scopo di tenere in ordine e pulito il territorio - raccontava -. E così ho recuperato alle erbacce circa 10 ettari di prati che prima erano abbandonati». Un lavoro importante, ma poi sono arrivati i lupi e tutta questa attività è diventata difficile, complicata. «Ho eretto 11 recinzioni di un metro e settanta e da un metro e cinquanta elettrificate come previsto dalla Regione per scongiurare gli attacchi dei lupi, spendendo una somma importante, anche se un aiuto è venuto direttamente da contributi veneti», aveva raccontato dopo l'ennesima predazione.

I BEI TEMPI
Va ricordato che Sommacal faceva tutto a titolo di volontario: aveva iniziato a contattare i proprietari di terreni abbandonati, non sfalciati, dove l'avanzare del bosco era un problema tangibile, e aveva proposto loro di portare lì i suoi animali per ripulirli. Il banco di prova fu il paese fantasma di Stracadon, un borgo disabitato, completamente coperto di vegetazione quando Sommacal dove fece il suo ingresso per la prima volta con cinque asini. Con calma e tanta fame le bestiole ripulirono il terreno, mangiato cespugli e rampicanti, divorato tutto quanto ostruiva i resti delle antiche abitazioni in pietra che così sono piano piano riemerse dal bosco. Da lì il progetto non si è mai fermato, fino a quest'anno. «A volte sono aree molto difficili da raggiungere, a volte sono in centro a Lamosano spiegava nei primi anni con entusiasmo -. Per me ha un valore sociale questa iniziativa, permette di mantenere in ordine e pulite le terre alte, anche quei terreni con tanti proprietari, magari tutti residenti lontano». Ora ha venduto gli animali rimasti, dopo che il lupo ha colpito duramente i suoi capi: aveva iniziato con 5 asini, 2 pony e 2 pecore con i piccoli, tutti impegnati a ripulire almeno 5 terreni affidati a Sommacal in maniera costante dai loro proprietari.
 

Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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