Iolanda, barista record a quasi 90 anni: «Non mollo, mi piace, e poi la pensione non mi basterebbe»

Mercoledì 4 Gennaio 2023 di Claudio Fontanive
Iolanda De Nardin

AGORDO - Iolanda De Nardin, a 89 anni, tutte le mattine esce dalla sua casa di Agordo prima delle 6.30, attende che apra l’edicola, acquista il quotidiano, sempre Il Gazzettino, e a piedi va ad aprire la sua attività: il Bar della Stazione, che prende il nome dal fatto che era in passato luogo di sosta del treno.

Il locale di Agordo è vicino alle scuole del paese, e la signora Iolanda lo gestisce da 53 anni. 


SALTO NEL PASSATO
L’arredamento è da sempre quello, e l’impressione, entrandoci, è di fare un salto indietro nel tempo, agli anni Settanta. Dai pavimenti, ai mobili, al bancone: tutto all’insegna della sobrietà e della semplicità. Non ci sono luci a led, televisori, giochi vari. Tutto all’insegna dell’essenzialità, d’altro canto in questo luogo, contano forse di più i rapporti umani, e questo lo si percepisce dal sorriso della signora Iolanda al nostro ingresso. 


LA STORIA
Dopo averci offerto il caffè, racconta con grande lucidità e dovizia di particolari la sua incredibile storia. Noi decidiamo di partire dalla fine. Iolanda, non è ancora stufa di andare a lavorare? «Dovrei forse stare a casa da sola a guardare dalla finestra - risponde senza esitazione -? Nel mio bar sto bene, parlo con tanta gente, trascorro la giornata come mi piace. Apro all’alba e chiudo verso le 19. Un tempo tenevo aperto fino a mezzanotte o l’una». Iolanda ha iniziato giovanissima e non si è mai fermata. «Da giovane - racconta - facevo la cameriera ai piani, in alcuni condomini e case del paese, e poi davo una mano in alcuni bar del luogo, poi presi quest’ultima passione e mio marito, che all’epoca lavorava alla Rizzato, mi ha incoraggiò verso la scelta di gestire questo locale». 


LAVORO E FAMIGLIA
«Sono nate le nostre quattro figlie - prosegue tornando indietro nel tempo la barista -: Lucia, Lidia, Mariuccia e Ornella. Non è stato facile sicuramente crescerle con l’impegno del bar. A casa, la zia di mio marito spesso preparava loro i pasti. Mio marito quando poteva mi dava una mano nel lavoro, e anche le mie figlie trascorrevano del tempo qui nel bar. Poi purtroppo mio marito a soli 61 anni ci ha lasciate, e di seguito le figlie hanno deciso di prendere altre strade. Tre di loro adesso sono già in pensione, e vengono ogni giorno a trovarmi qui nel bar. Tranne Lidia che abita a Meano, e passa quando può. Anche perché a casa mi troverebbero soltanto a dormire». 


LA PICCOLA PENSIONE
Iolanda sarebbe in pensione, ma di fermarsi non ha nessuna intenzione. Da quanto tempo è in pensione? «Onestamente non ho mai fatto il calcolo - confessa -, ma con quello che percepisco di assegno, difficilmente potrei tirare avanti se non avessi quest’attività. È anche vero, che nella vita ho sempre lavorato, perché mi piace. Però, quando smetterò, e non so quando, sarei contenta se dei giovani avessero voglia di rilevare questo locale». 


I CLIENTI
I tempi sono cambiati, ed anche le abitudini della clientela. Vicino al bar della Stazione ci sono le scuole. «Di giovani qui in bar se ne vedono sempre meno- spiega la barista -. Una volta prima dell’ingresso a scuola o all’uscita si fermavano spesso. Ora i genitori vanno a prenderli in macchina e scappano subito via. I ritmi sono molto più frenetici. Io ho il solito giro di clientela, fatta perlopiù di anziani, con la quale ormai c’è un rapporto di amicizia. Un tempo c’era anche il gioco delle carte. Tanti si trattenevano per tutto il pomeriggio, era anche il pretesto per stare di più in compagnia». Si ricorda di qualche personaggio famoso entrato in bar in tutti questi anni? «Sì- dice sorridendo -, ma onestamente non ricordo il nome o i nomi. Per me tutti i clienti sono importanti e ci scambio volentieri due parole». 
 

Ultimo aggiornamento: 18:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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