Salvagente legislativo agli impiantisti per non subire speculazioni sull'uso dei terreni

Venerdì 8 Dicembre 2023 di Lauredana Marsiglia
Ski area San Pellegrino

BELLUNO - Pronta una norma nuova di zecca per tutelare gli esercenti degli impianti a fune, ovvero per metterli al riparo da possibili “speculazioni” da parte dei proprietari dei terreni. Viene infatti garantita la continuità lavorativa anche nelle more della definizione di eventuali controversie, evitando così di dover fermare gli impianti, magari in piena stagione, e sottostare poi a richieste di maggiorazione di prezzo per evitare il peggio.


«Dal Consiglio regionale del Veneto è arrivato un segnale importante per gli operatori della montagna - afferma Marco Grigoletto, presidente Anef Veneto -. La norma è tecnica, ma la svolta è significativa. Agli impiantisti viene garantita continuità lavorativa anche nelle more della definizione delle controversie con i proprietari dei terreni. È un cambio di passo che dà certezza a chi opera nelle terre alte in un settore strategico come quello dello sci, peraltro senza ledere i diritti di nessuno».


L’assemblea di Palazzo Ferro Fini ha dato infatti il via libera al progetto di legge 226 della Giunta regionale “Modifiche alla L.R. 21 novembre 2008, n. 21, ‘Disciplina degli impianti a fune adibiti a servizio pubblico di trasporto, delle piste e dei sistemi di innevamento programmato e della sicurezza nella pratica degli sport sulla neve.


«La proposta normativa – come spiegato in aula dal relatore Giovanni Puppato – va a incidere sull’articolo 13 della legge, quella sulla costituzione coattiva di servitù qualora il soggetto autorizzato perda la disponibilità dei terreni in corso di autorizzazione. In particolare, la modifica legislativa prevede che “nelle more della conclusione del procedimento per l’imposizione coattiva di servitù, il soggetto autorizzato, salvo che emergano situazioni contingibili di pericolo o danno per gli utenti, può proseguire il pubblico esercizio».


«In questo modo si danno delle certezze agli operatori su quei terreni dove insistono impianti a fune fino a quando non intervengano decisioni definitive - spiega Grigoletto -. Realizzare e manutenere le piste da sci è un impegno gravoso e un costo enorme: questa modifica consente una migliore programmazione, anche di risorse. È importante che questo segnale arrivi a poco più di due anni dalle Olimpiadi.

Il progetto di legge è frutto di un lavoro durato mesi, fondamentale è stato il sostegno della Regione e in particolar modo della consigliera Silvia Cestaro. Ora attendiamo con ansia la pubblicazione della norma sul Bollettino Ufficiale della Regione».


«Alcune piste da sci rischiavano di dover chiudere, proprio nel cuore della stagione invernale e a meno di tre anni dalle Olimpiadi 2026 - commenta Dario Scopel, consigliere provinciale delegato ai trasporti e agli impianti a fune -. Modifiche che introducono la servitù coattiva in fase di esercizio pista per semplificare la disponibilità di alcuni terreni a servizio delle ski aree. Senza le novità introdotte, diversi comprensori si trovavano nelle condizioni di dover aprire trattative onerose con i proprietari di alcuni appezzamenti e nel frattempo di dover cessare l’attività sulle piste. La legge regionale infatti, prima delle novità degli ultimi giorni, in caso di mancanza di disponibilità dei terreni, prevedeva la sospensione dell’autorizzazione al pubblico esercizio».


«Grazie alla sinergia con la Regione del Veneto e all’impegno dei tecnici della Provincia di Belluno - conclude Scopel - si è giunti a una soluzione concreta, che consente la costituzione di servitù anche per piste in esercizio. Questo significa non dover interrompere la stagione e dare continuità a un settore strategico per l’economia del territorio».

Ultimo aggiornamento: 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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