La cabinovia "Freccia nel Cielo" riparte in sicurezza: «Sempre rispettate tutte le regole»

Sabato 29 Maggio 2021 di Marco Dibona
La rinnovata Freccia nel Cielo che sala sulla Tofana

CORTINA D’AMPEZZO - Da oggi - 29 maggio - si può salire con la cabinovia Freccia nel Cielo, verso la Tofana. E’ un segnale importante, per un turismo che riparte, a Cortina, fra apertura di alberghi, sistemazione delle strade, prospettive per l’estate, sull’onda dei grandi eventi sportivi, i Mondiali di sci a febbraio, la recente tappa del Giro d’Italia. Per ora la cabinovia salirà soltanto sino al Col Druscié, nelle giornate della fine di settimana; l’apertura definitiva è fissata al 19 giugno, e si protrarrà per tre mesi, sino al 19 settembre.

In quel periodo si salirà fino in vetta alla Tofana, a 3.244 metri, tutti i giorni. Lassù si può godere il panorama, oltre le vette, come recita lo slogan di quest’anno. Lassù ci sono relax, cultura, enogastronomia. 


ALPINISMO E STELLE
Al Col Druscié torneranno le astrocene, con l’associazione Astronomica Cortina, nel vicino osservatorio. Più dinamico il ristoro al bar di Cima Tofana, per una ricca colazione, per visitare la mostra permanente sull’alpinismo in Ampezzo, per godere lo spettacolo dell’alba o del tramonto. Alla stazione intermedia del Col Druscié sono previste molteplici attività, per animare l’estate: lo yoga sulla terrazza; i sentieri nel verde del colle; l’enoteca del Masi wine bar; gli incontri divulgativi sull’astronomia. Sono state coinvolte le guide alpine, per affrontare in sicurezza sentieri, ferrate, cenge della Tofana, fra i significativi resti della Prima guerra mondiale, che ancora raccontano quelle vicende drammatiche, dopo più di un secolo. 


CHIUSA LA FUNIVIA FALORIA
In tema di sicurezza, la società Funivie Tofana non transige, come sottolinea il direttore Andrea Vascellari: «Da 53 anni, dall’apertura del primo tronco della funivia, la nostra azienda si attiene meticolosamente alle prescrizioni del ministero dei trasporti. Per noi la sicurezza è la priorità». L’abbondanza di neve in quota ha fatto invece slittare all’11 giugno l’apertura della funivia del Faloria, inizialmente prevista per ieri. La recente tragedia del Mottarone, in Piemonte, ha indotto Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto, a prendere posizione: «Mi auguro che non passi un messaggio negativo per il turismo della montagna, che avrebbe un impatto fortemente negativo e dannoso per chi ha già pagato un conto salatissimo per il Covid-19. Il danno di reputazione è enorme, perché le immagini del disastro hanno fatto il giro del mondo, sono diventate virali e questo potrebbe far scappare i turisti anche della montagna veneta. Siamo preoccupati per le imprese che operano in questo settore e consapevoli che controlli e manutenzione siano la priorità».
IL GIRO D’AFFARI
Gli impianti a fune nel Veneto generano affari per 70 milioni di euro, di cui 60 milioni riferibili agli impianti bellunesi. I flussi del turismo di montagna, in particolare quella bellunese, nei primi nove mesi del 2020, segnano un calo del 30% sullo stesso periodo del 2019; flessione che diventa del -55% per gli arrivi stranieri. 
 

Ultimo aggiornamento: 07:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci