Telecamere sui bus per garantire le distanze e l'utilizzo delle mascherine

Mercoledì 6 Gennaio 2021 di Giovanni Santin
Telecamere sui bus per controllare il rispetto delle regole anti contagio

TRASPORTI
BELLUNO È la scuola l’argomento su cui più è concentrata in questo momento Dolomitibus. Lo ha confermato ieri Dario Scopel, consigliere provinciale con delega ai Trasporti, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri. Un bilancio, a partire dall’avvio del lockdown di quasi un anno fa e le corse ridotte sino al 20% del totale, sino alle difficoltà da affrontare durante l’estate per essere pronti alla riapertura delle scuole. Un lavoro che è continuato prima con capofila la Provincia, che in agenda ha messo una decina di incontri, poi con punto di riferimento la Prefettura. Ed è da questi tavoli che è stato definito il piano dei trasporti per il rientro a scuola. 
IL PIANO
«Eravamo pronti a mettere in campo 18 mezzi in più per garantire il trasporto in sicurezza degli studenti – ha spiegato Scopel – e sei persone distribuite fra il piazzale delle autocorriere a Belluno e quello di Feltre per il controllo. Ma al momento il piano non partirà, visto che le scuole non riapriranno prima di febbraio». Un rafforzamento che costerà 220mila euro in più al mese. Il piano era stato pensato per rispondere alle indicazioni arrivate dal Governo per una scuola con il 75% dei presenti. «E i pullman, tutti di proprietà della Dolomitibus - prosegue Scopel -, avrebbero comunque viaggiato con il 50% del carico, senza la necessità di nuove assunzioni di autisti, ma solo ruotando e alternando il personale in servizio. Sappiamo tuttavia che le cose ed il panorama epidemiologico cambiano continuamente, per cui al momento rimaniamo in attesa di nuovi sviluppi».
LA RIVOLUZIONE 
Per garantire un viaggio sicuro, la Provincia ha deciso di investire 500mila euro provenienti dal Fondo dei Comuni confinanti proprio in Dolomitibus, realizzando un sistema di monitoraggio di tutto quanto accade a bordo. «Credo siamo gli unici a realizzare un sistema del genere», ha detto Scopel. Tramite videosorveglianza e altri mezzi si verificheranno i presenti, il rispetto delle distanze, l’uso della mascherina su tutti i mezzi. «Non sappiamo ancora quando riusciremo a partire: ci vorrà qualche mese, forse in primavera», prosegue Scopel. 
LE DIFFICOLTÀ
Le attenzioni della Provincia verso la scuola si sono concretizzate anche quest’anno nel finanziamento del fondo InvestiScuola: 600mila euro dedicati alla copertura del costo dell’abbonamento. La pandemia ha colpito duramente Dolomitibus con il calo dell’utenza e l’innalzamento dei costi. «Basti pensare - dice Scopel - che ogni settimana costi vengono fatti 400 interventi di sanificazione con prodotti chimici; e da primavera sono stati oltre 4000 quelli fatti con ozono; in più abbiamo installato delle pareti divisorie fra autista e utenti su ogni mezzo». Eppure al 31 dicembre 2020 la proiezione sul bilancio di fine anno dovrebbe chiudersi con un disavanzo di soli 100mila euro: «È un risultato legato anche ai sacrifici fatti dai dipendenti perché l’Azienda potesse rimanere in piedi, alla cassa integrazione e alla rimodulazione degli orari». Poi ci sono gli aiuti arrivati da Stato e Regione per un totale di 1 milione di euro ed altri 500mila euro garantiti dalla Provincia. «Anche il trasporto privato, tour operator e Ncc - sottolinea Scopel - hanno patito e in questa direzione va l’incontro con Confartigianato, cui la Provincia destinerà 100mila euro da assegnare tramite bando». Intanto è in via di chiusura la gara per l’assegnazione del servizio di Trasporto pubblico locale (Tpl): «L’unica offerta arrivata è quella da Autoguidovia (ndr, in Dolomitibus con il 29,5%), quindi è garantita la continuità. Il bando prevede l’assegnazione del servizio per 9 anni che possono essere prolungati per oltre 9 anni. Ma soprattutto il bando prevede un aumento di capitale del 30%, cioè di 5 milioni e mezzo». Infine Scopel ha annunciato che a breve verrà ripristinata la corsa con tratta unica fra Santo Stefano e San Candido, dopo che per un periodo essa prevedeva una cosiddetta rottura di carico, cioè il passaggio da un mezzo ad un altro. 
Giovanni Santin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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