Caldo infernale al lavoro, i sindacati agli operai: «In fabbrica con 35 gradi, denunciate»

"Ma dove non c'è il sindacato il problema è irrisolto". Ed oggi l'Ulss parlerà di come affrontare questa emergenza

Mercoledì 19 Luglio 2023 di Federica Fant
Caldo infernale al lavoro, i sindacati: «In fabbrica con 35 gradi, operai, denunciate»

BELLUNO - Mentre la colonnina di mercurio sale e ieri, come nei giorni precedenti, ha superato i 30 gradi (32 in città alle ore 15 zona aeroporto come da dati Arpav) sale anche la preoccupazione per la salute. Quella dei lavoratori è al centro dell'attenzione della Fiom: «Non abbassiamo la guardia e denunciamo le situazioni critiche». La sigla della Cgil fa sapere di aver avuto confronti con molte aziende, che hanno all'interno le Rsu, ma sono moltissime le segnalazioni che stanno arrivando alla sede della Fiom per situazioni al limite in edifici non coperti dal sindacato, che rivendica il diritto alla salute di chi lavora soprattutto nel settore metallurgico. Ed oggi l'Ulss Dolomiti ha convocato una conferenza sul tema "caldo e salute".

Vari professionisti dell'Azienda sanitaria daranno dei consigli su come affrontare il caldo nelle varie fasi della vita e nei luoghi di lavoro. Sarà l'occasione anche per avere un quadro preciso dei malori che ci sono stati in questi giorni, anche nelle fabbriche.


La situazione

La eccezionale ondata di calore che sta investendo l'Europa, l'Italia e anche «la nostra provincia, pone un serio problema rispetto alla condizione di salute e sicurezza dei lavoratori dentro le fabbriche metalmeccaniche e non solo esordisce Stefano Bona per la Fiom Cgil -. Da tempo ormai siamo di fronte a cambiamenti climatici che portano con sé eventi estremi, come le eccezionali temperature registrate in questi giorni». Poi i sindacati ricordano gli interventi non più procrastinabili. «Le aziende metalmeccaniche - afferma Bona - devono rivedere i loro documenti di valutazione del rischio, ricomprendendo anche il rischio calore e umidità connessi al microclima nei reparti produttivi. Non è più il tempo di soluzioni emergenziali serve una strategia di interventi strutturali per essere pronti ad eventi di questa portata. Non è più tollerabile che ci venga detto che "sono pochi giorni" e che "la priorità è la produzione».

Le segnalazioni

Dove la Fiom ha Rsu costituite si è aperto dei confronti sul tema con accordi che modificano gli orari di lavoro, garantiscono la distribuzione di acqua e sali minerali, aumentano le pause fino alla installazione di raffrescatori nei reparti e condizionatori nei locali dedicati alle pause per garantire ai lavoratori condizioni nelle quali poter recuperare e ristorarsi. «Il problema è invece irrisolto dove il sindacato è assente e, in questi giorni, sono molte le segnalazioni che ci arrivano per condizioni di lavoro con temperature di 35 gradi e umidità superiore al 70% con richieste di possibilità di interrompere le attività lavorative».

L'appello

«Invitiamo tutti i lavoratori di rivolgersi alle sedi sindacali per denunciare queste condizioni insostenibili fanno sapere a gran voce dalla Fiom -, le aziende devono garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e gli enti preposti devono verificare l'attuazione delle misure di contrasto fino a decidere la sospensione delle attività a tutela della integrità dei lavoratori. Come Fiom daremo priorità ad aprire confronti con tutte le aziende perché in futuro si attuino interventi strutturali e protocolli condivisi per non trovarci ancora una volta impreparati. La tutela della salute e della sicurezza deve essere anteposta alla produzione e al profitto».

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