Ampliamento fonderia Metalba, muro contro muro: anche il Comune contrario, con i comitati

La casa madre della fonderia longaronese è a Bassano del Grappa, dove si effettuano l'estrusione e la trafilatura e dove sono gli uffici amministrativi e direzionali

Mercoledì 5 Ottobre 2022 di Giovanni Santin
La sede di Metalba a Fortogna, foto da Street View Google

LONGARONE/BASSANO - Questo ampliamento non s'ha da dare. Né ora né mai. Gli autori delle osservazioni Comune di Longarone, Comitato di Fortogna di tutela di salute pubblica e Comitato Respira Feltre - che si oppongono alla richiesta di ampliamento della produzione alla fonderia Metalba di Longarone - non si sono lasciati convincere dalle articolate repliche della Metalba stessa. Era fissata per ieri, con un collegamento online fra Provincia, Comune di Longarone che ha ospitato i Comitati, Metalba e cittadini, l'inchiesta pubblica. Un appuntamento fissato dal presidente del Comitato tecnico provinciale Via (valutazione impatto ambientale) che è l'organo tecnico-istruttorio, guidato dal dirigente responsabile del settore Acque e Ambiente di Palazzo Piloni. Sarà questo l'organo che dovrà esprimere il parere in ordine alla compatibilità ambientale dei progetti sottoposti all'esame della Provincia. L'incontro ha seguito delle precise regole di ingaggio precisate in apertura dalla dirigente della Provincia Antonella Bortoluzzi, responsabile del settore e della Via; poi sono seguite le puntualizzazioni da parte dei due Comitati e del Comune; poi è toccato all'azienda. L'esito dell'incontro può essere sintetizzato con l'intervento finale di Augusto De Nato (Wwf Terre del Piave Belluno Treviso): «Le controdeduzioni dell'azienda non hanno fugato dubbi, anzi semmai le hanno aumentate».

Insomma: nessun cedimento da parte dei Comitati né da parte del Comune, ma ognuno sula proprie posizioni. Anche Metalba, da parte sua, ha dimostrato di non muoversi dalle proprie convinzioni e di non ritenere importanti le osservazioni presentate.

IL COMITATO
Il primo ad intervenire è stato Davide De Martini Bonan: «C'è una questione che vale la pena precisare, per noi fondamentale. C'è un errore di fondo: l'attuale autorizzazione parla di 65 tonnellate nette; quella nuova di 120 lorde. Come è possibile comparare dati diversi?». De Martini ha anche contestato il calcolo del rendimento cosicché «la valutazione d'impatto e lo scenario futuro sono pesantemente sottostimati». De Martini ha sollevato anche questioni moto tecniche sul controllo delle emissioni, a suo dire non omogenei. «Come può quindi una Via essere attendibile su questi temi?». Carla Feltrin (Comitato di Fortogna) ha ricordato che il Comitato è nato solo per tutelare il diritto alla salute «messo a rischio sin dalla fondazione di Metalba che peraltro dice che tutto va bene, ma ci sono state anche emissioni di diossina; cosa che andrebbe tenuta lontano da abitazioni. E ciò nonostante siamo qui a discutere se aumentare la produzione. Tutto questo è insostenibile, perché viviamo nei pressi di una fonderia che inquina e fa rumori e fumo anche di notte. E chissà quanti sono i fumi che non vediamo e ci sfuggono». Poi una richiesta a chi deve decidere: «Tecnici e politici sanno dirci cosa respiriamo? Metalba dice che suppone siano fumi estranei alla produzione e che anche le nostre stufe inquinano».

IL COMUNE
Per il Comune di Longarone l'assessore Elena De Bona ha richiamato le osservazioni già note: «Il nostro Pati prevede che essendo a ridosso di centri abitati, vi sia il trasferimento delle attività produttive e una graduale riduzione fino alla dismissione. Quindi l'ampliamento non è strada percorribile. Ad oggi non ci sono tavoli aperti con Metalba, con cui invece chiediamo di trattare per arrivare ad una situazione definitiva. E poi c'è anche inquinamento acustico e l'impatto sul traffico».

L'AZIENDA
Metalba ha risposto a più voci. Il direttore Sergio Sannicolò ha precisato che la scelta di fare i calcoli sulla quantità lorda era stata concordata. Ed ha cercato di disinnescare le osservazioni di De Martini sui dati che, secondo quest'ultimo, sarebbero incongruenti. Metalba, ha detto, ha previsto anche un filtro ceramico per ridurre le emissioni. Anche Gianpiero Malvasi ha contestato l'utilizzo dei dati fatto dai Comitati, dicendo che ha paragonato fra di loro dati non paragonabili. I pericoli paventati dalla gente sono inesistenti anche per il laboratorio Ecoricerche di Bassano del Grappa che ha sostenuto che i sistemi di sicurezza sono stati impostati e tarati ben prima della soglia di legge, per evitare ogni rischio e ha ribadito che i controlli in continuo sono del tutto attendibili. Ma alla fine nessuno ha cambiato idea. Ora tocca alla commissione Via deliberare e decidere se l'aumento di produzione sarà consentito.
 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 19:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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