Riforme, sì definitivo della Camera alla nuova Costituzione: cancellato il Senato. Le opposizioni via dall'aula

Martedì 12 Aprile 2016
Riforme, sì definitivo della Camera alla nuova Costituzione: cancellato il Senato. Le opposizioni via dall'aula
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Via libera definitivo della Camera alle riforme costituzionali. Il provvedimento è stato approvato con 361 voti favorevoli, sette contrari e due astenuti. Per l'approvazione era richiesta la maggioranza assoluta dei componenti dell'assebla di Montecitorio (316). Le opposizioni non hanno partecipato al voto: FI, M5S, Lega e SI sono uscite dall'aula.

Il ddl costituzionale - che in autunno dovrà passare al vaglio del referendum per il via libera finale - prevede il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V, già approvato, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei componenti.

Con la riforma varata oggi la fiducia al Governo verrà espressa solamente dalla Camera, mentre il Senato vedrà ridotta la propria competenza legislativa piena alle riforme e le leggi costituzionali (potrà chiedere alla Camera di modificare le leggi ordinarie, ma tale richiesta potrà essere ignorata). Siederanno a Palazzo Madama 100 senatori (74 espressi dai Consigli regionali indicati dai cittadini in occasione delle relative elezioni, 21 sindaci e cinque nominati con un mandato di sette anni dal Capo dello Stato). Il Governo potrà quindi contare sulla discussione dei disegni di legge in tempi certi (e verrà limitato il ricorso alla decretazione d'urgenza). Cambieranno anche le norme sul federalismo con materie come energia, infrastrutture strategiche e protezione civile che torneranno tra le competenze dello Stato. Verranno abrogati il Cnel e, definitivamente, le Province.

«Le ragioni del no non sono spiegabili: questa riforma riduce il numero dei politici, delle Regioni, fa chiarezza nei rapporti Stato-Regioni. Il no si spiega solo con l'odio nei miei confronti». Così Matteo Renzi, conversando con i giornalisti nella sede dell'ambasciata italiana a Teheran, si dice fiducioso sul successo del referendum sulla riforma istituzionale ad ottobre e certo che la sinistra Pd «sarà tutta» a favore del sì. «L'Italia era il paese più instabile d'Europa, ora è il più stabile».

Il disco verde alla riforma costituzionale, secondo Renzi, «è un passaggio storico, è il giorno in cui la politica riforma sè stessa». Per Renzi la riforma «è un gigantesco passo avanti sulla strada della credibilità delle istituzioni: ora si apre la discussione sul voto ai cittadini», dice esprimendo «gratitudine ai parlamentari; questa era la legislatura che doveva finire in qualche settimana e non avrebbe eletto il capo dello stato. Invece lo abbiamo fatto e abbiamo fatto riforme di grande rilievo. È un passo avanti strepitoso», conclude ribandendo che ora «chiederemo il referendum».

Alla Camera per il voto anche il ministro Maria Elena Boschi. «Dopo due anni di lavoro, il Parlamento ha dato il via libera alla riforma costituzionale! Grazie a quelli che ci hanno creduto», ha scritto su Twitter il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, aggiungendo l'hashtag #lavoltabuona.

I deputati del M5s non erano presenti in Aula. Sul voto era previsto l'ostruzionismo del Movimento ma già ieri i deputati avevano disertato l'Aula di Montecitorio. L'assenza dei deputati è stata decisa per rispetto alla morte di Gianroberto Casaleggio.

«Il voto stesso con cui approviamo questa riforma è lesivo dei valori fondanti della democrazia, trasformandolo in un atto eversivo», ha detto alla Camera Renato Brunetta annunciando che Fi non avrebbe partcipato al voto. Brunetta ha motivato questa sua affermazione, sostenendo che questo Parlamento è illegittimo perché eletto con con un sistema elettorale dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale. «Per questo la riforma è viziata ab origine. Davanti a una violenza siffatti Fi non può che dire no. Il nostro "no" è a questa riforma, a questo governo a questo presidente del Consiglio». Brunetta ha annunciato il sostegno di FI ai Comitati per il "no" al referendum «per mandare a casa il presidente del Consiglio Renzi e tornare alla democrazia».

«Sinistra Italiana interverrà in dichiarazione di voto ma non partecipa» alla votazione finale sulla riforma, ha affermato Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana a Montecitorio. «Il governo e il Partito Democratico hanno voluto riformare la Costituzione da soli e da soli votano questo testo. È una riforma - ha proseguito il capogruppo di sinistra italiana - che pone un uomo solo al comando addirittura al di sopra della stessa Costituzione, che potrà disporre del Parlamento a sua immagine e somiglianza e che riduce lo spazio del pluralismo. È una riforma che segna una svolta negativa per il Paese. Ci vedremo al referendum di ottobre - ha concluso Scotto - quando la parola passerà ai cittadini e questo testo sarà bocciato dal voto popolare».

«La Lega non partecipa al voto finale sulle riforme. Non saremo complici di Renzi e del suo governo che usa questo testo, per altro incostituzionale, per fare passerella politica», ha annunciato il capogruppo alla Camera del Corroccio Massimiliano Fedriga. «Il collega Cristian Invernizzi farà la dichiarazione di voto finale ma poi usciremo dall'Aula. È vergognoso che Renzi senza alcuna vergogna consideri il Parlamento come una succursale della direzione del Pd. Si fa vedere solo oggi ma quando era il momento di cambiare la legge, non ne abbiamo intravisto nemmeno l'ombra», ha spiegato Fedriga.

«Con il voto di oggi siamo giunti al termine di un percorso parlamentare lungo e travagliato. Ora la parola passa ai cittadini che, con il referendum del prossimo autunno, esprimeranno la loro opinione sulla riforma della Costituzione». Così la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, in una nota. «Il mio auspicio è che si sviluppi un confronto pacato, sul merito delle decisioni prese. Per questo ritengo che sarà più che mai necessaria un'informazione puntuale sul contenuto del referendum. Che ad esprimere il loro voto siano cittadini consapevoli è nell'interesse sia dei sostenitori che di chi si è opposto. Ma è soprattutto nell'interesse della democrazia italiana».

 

Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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