Accuse ai politici, scoppia il caso Davigo. Il Csm: così alimenta i conflitti

Venerdì 22 Aprile 2016 di Gigi di Fiore
Accuse ai politici, scoppia il caso Davigo. Il Csm: così alimenta i conflitti
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Prima l'intervista concessa e pubblicata stamattina dal Corriere della sera, poi le parole che hanno rincarato la dose nel corso della lectio magistralis tenuta all'Università di Pisa sul tema della corruzione: il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo, parte all'attacco. E bacchetta la politica, sostenendo che è ancora troppo condizionata dalla corruzione che non è per nulla scomparsa. E dice: "La classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni gravi".

Le reazioni non si sono fatte attendere e hanno diviso il mondo della politica. Il capogruppo della commissione Giustizia della Camera, Walter Verini, lamenta un  passo all'indietro nella storia, un ritorno allo scontro tra politica e giustizia: "Non siamo più a 20 anni fa, è inutile oggi mostrare i muscoli". Il leader della Lega nord, Matteo Salvini, invita a non generalizzare. Ma tutto il Movimento 5 stelle sottoscrive le parole di Davigo. E il gruppo al Senato del M5S ricorda: "Abbiamo più volte, come ora Davigo, proposto la possibilità che si conducano le indagini sulla corruzione utilizzando degli agenti provocatori infiltrati nella politica". La miccia si è accesa.

Nella magistratura non tutti valutano con favore le parole dure di Davigo. L'ex presidente dell'Anm, oggi presidente della sesta commissione del Csm, Luca Palamara, commenta: "Dobbiamo evitare di portare la magistratura sul terreno dell'inutile scontro con la politica". Su questa scia, il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, che auspica "un confronto, anche critico e conflittuale quando serve, tra politica e magistratura sul merito di ciò che serve ad avere una giustizia più efficiente nel Paese".

Di certo, nella sua lunga intervista al Corriere della sera, Davigo non le aveva risparmiate a nessuno.

Neanche al magistrato e presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone su cui il presidente dell'Anm ha detto: "Anche Cantone sosteneva le operazioni anticorruzione sotto copertura, anche se oggi ha smesso di dirlo". E poi, l'aggiunta a commento di questa sua affermazione: "Lo capisco. E non aggiungo altro". La polemica si fa sempre più accesa.

Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 15:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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