Cavo tranciato, come dice il sindaco Marcella Severino oppure cavo uscito dagli alloggiamenti dei piloni della funivia sul Mottarone e quindi non più in grado di reggere il peso della cabina con 15 persone? A poche ore dalla tragedia di Stresa le domande che guidano gli accertamenti degli investigatori ruotano soprattutto attorno a ciò che può essere accaduto ai cavi dello storico impianto che trasporta i turisti sul Mottarone.
La procura di Verbania
«Per ora procediamo per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, dobbiamo verificare anche la fattispecie dei reati di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell'impianto». Così il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, al termine del lungo sopralluogo al Mottarone: «L'intera area è stata posta sotto sequestro - aggiunge - cominceremo dai rilievi tecnici per accertare le cause dell'incidente».
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L'eventuale rottura del cavo portante resta una delle ipotesi insieme a quella, che in passato si è rivelata più frequente, dello scarocciamento del cavo dagli alloggiamenti: il cavo, sottoposto a carichi molto intensi, è ancorato a monte e a valle dell'impianto con sistemi ad alta efficienza, poi c'è il meccanismo che lo assicura ai piloni. Il cavo portante potrebbe essersi spezzato dopo essersi scarrucolato.
A quel che si è appreso la cabina su cui viaggiavano 15 persone è precipitata per «15-20 metri, poi ha rotolato per qualche decina di metri e si è fermata contro due tronchi di alberi». A ricostruire la dinamica dell'incidente è Giorgio Santacroce, tenente colonnello del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania. L'incidente, costato la vita a 14 persone, è avvenuto poco prima delle 12 e l'impatto è stato devastante tanto che alcuni corpi sarebbero stati sbalzati e trovati ad alcuni metri di distanza dalla cabina.
«Due escursionisti hanno sentito un grosso fischio e hanno visto che questa cabina che stava arrivando in vetta si è messa di colpo a retrocedere velocemente, poi ha preso un pilone ed è sbalzata, ha fatto due balzi sul terreno scosceso e si è fermata contro degli abeti». A raccontare la dinamica dell'incidente sul Mottarone, fatta da due testimoni oculari, è il sindaco di Stresa (Verbania) Marcella Severino.
L'impianto Funivia Stresa-Alpino-Mottarone, di proprietà del Comune, era stato ristrutturato nel 2014 e riaperto al pubblico nel 2016: parte dal Piazzale Lido, in frazione Carciano di Stresa, a 205 metri di quota, in riva al lago Maggiore di fronte all’Isola Bella, raggiunge quota 1491 metri. Il Mottarone, tra il Lago Maggiore ed il Lago d’Orta, è considerato uno dei “balconi” naturali più belli d’Italia.
La funivia è stata inaugurata nel 1970 e totalmente rinnovata fra il 2014 e il 2016.
L'azienda Leitner di Vipiteno ha appreso con «profondo dolore la notizia della tragedia avvenuta tra Stresa e il Mottarone». In merito alla manutenzione dell'impianto, «l'ultimo controllo magnetoscopico della fune è stato effettuato a novembre del 2020 e gli esiti dello stesso non hanno fatto emergere alcuna criticità». «Il pensiero più profondo e commosso della nostra azienda, che rimane a completa disposizione assieme ai propri tecnici per cercare di individuare al più presto le cause della immane tragedia, va alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie e a tutte le comunità coinvolte dichiara Anton Seeber,presidente di Leitner.
«La revisione generale - prosegue la Leitner in una nota - che consiste in una severa revisione dell'intero impianto, dalle cabine ai carrelli, agli argani e alle apparecchiature elettriche, era stata realizzata nell'agosto del 2016. Da allora, ogni anno a novembre, si sono succeduti con regolarità i controlli alle funi. Sempre con esito positivo». Nell'impianto di Stresa-Mottarone Leitner ha «in carico la manutenzione straordinaria e quella ordinaria, mentre i controlli giornalieri e settimanali di esercizio fanno capo alla società di gestione Ferrovie del Mottarone». L'azienda altoatesina, una delle più importanti al mondo per la costruzione di impianti a fune, ha spiegato anche in cosa consiste il controllo magnetoscopico: «Tutte le funi degli impianti sono sottoposte a controlli visivi frequenti. Bisogna essere certi dell'integrità di tutta la fune, anche della parte interna. Per questo motivo, secondo i piani di manutenzione, le funi sono sottoposte a un controllo magnetoscopico. In pratica, la fune viene sottoposta a un campo magnetico con uno speciale toroide: l'analisi dell'onda elettromagnetica di ritorno permette di evidenziare eventuali anomalie da indagare. Al termine del controllo, il risultato viene validato dall'Ustif, Ufficio speciale trasporti a impianti fissi».