Gran Sasso, funivia chiusa. «I cavi sono usurati», intera stagione a rischio: i​nterrotti i collegamenti con le piste da sci

L'esposto di un cittadino rievoca l'incubo Mottarone

Sabato 23 Dicembre 2023 di Stefano Dascoli
Gran Sasso, funivia chiusa. «I cavi sono usurati», intera stagione a rischio

L’incubo è quello di due anni fa sul Mottarone, del cavo che si spezza, della funivia che precipita, uccidendo 14 persone delle 15 persone all’interno della cabina. E così quando sul tavolo del Prefetto e del questore dell’Aquila è arrivato l’esposto di un cittadino che segnalava criticità sulle funi dell’impianto che porta ai 2.128 metri di Campo Imperatore, sul Gran Sasso aquilano, sono scattati immediatamente i controlli del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, attraverso l’Agenzia nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture stradali e autostradali.

Controlli che hanno accertato, come ha messo nero su bianco il dirigente generale Pietro Marturano, criticità sulle quattro funi dell’impianto che è di proprietà del Comune dell’Aquila, attraverso il Centro turistico aquilano del Gran Sasso (Ctgs). E, dunque, stop al servizio che in sette minuti porta sulle piste, affrontando un dislivello di oltre mille metri. In attesa della prima neve, che tarda ad arrivare, in ballo adesso c’è una stagione invernale e sciistica da due milioni di euro solo per stare all’ultimo bilancio del Ctgs, da 110 mila passaggi totali con la funivia (dato 2022), con un indotto milionario tra bar, ristoranti, alberghi, rifugi, senza contare il futuro degli stessi dipendenti dell’azienda municipalizzata.

«Ma non c’è esigenza commerciale che tenga - chiarisce subito il presidente del Centro turistico, Dino Pignatelli -: se ci fosse un problema di sicurezza non esiterei un istante a chiudere, d’altronde sono io il primo a salire sulla funivia, ogni giorno. Non rischierei di certo la pelle». E allora, così come richiesto dal Ministero, sono stati effettuati i controlli richiesti, tre giorni intensi che avrebbero - il condizionale è assolutamente d’obbligo - rassicurato sulla sicurezza delle funi. Ora la documentazione e le firme saranno trasmessi all’Agenzia per ottenere il nulla osta all’apertura. «Abbiamo già effettuato ulteriori e minuziosi controlli, ripetuti più volte - dice Pignatelli al “Messaggero”. Non è emerso nulla di anomalo e a breve sarà rimessa una relazione che invieremo al Ministero. Conosco benissimo il problema delle funi, le abbiamo controllate a lungo sia a occhio sia attraverso due apparecchi distinti, di cui uno modernissimo uscito in circolazione da un mese. Il docente dell’Università di Trieste che ha seguito le operazioni si è detto rassicurato, speriamo che lo stesso valga per il Ministero». 

LA DIATRIBA

La lettera che ha fatto esplodere il caso è stata recapitata una decina di giorni fa al Centro Turistico, al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, al direttore di esercizio della stazione Pierpaolo Grassi. Dice che, a firma di Pietro Marturano, «a seguito dei lavori di revisione quinquennale della funivia, sono emerse criticità relative all’intervento di scorrimento di una delle funi portanti. Dall’analisi dei report dei controlli magneto-induttivi sulle quattro funi portanti, si evidenziano ulteriori criticità connesse con discontinuità, non meglio definite, che conducono a ritenere fondamentale, ai fini della sicurezza, un ulteriore approfondimento sullo stato attuale delle quattro funi». Che si traduce in «un’ulteriore analisi con valutazione di conformità del tecnico terzo livello sulle quattro funi portanti. Al fine di garantire la piena sicurezza, l’impianto potrà riprendere l’esercizio pubblico solo successivamente all’invio dei suddetti report». 

LA STAZIONE

In un Abruzzo che attende ancora di mettersi gli sci ai piedi (aperte solo alcune piste a Roccaraso), la stazione di Campo Imperatore è l’unica a gestione pubblica, la prima nata, ottant’anni fa, sugli Appennini, tra le più elevate dell’intera catena e in media tra le più nevose del territorio italiano. Qui c’è l’albergo che ha ospitato Benito Mussolini nel 1943 durante la sua la prigionia e che attende i lavori di riqualificazione.

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