VENEZIA - A tre giorni dal voto sull'autonomia del Veneto e della Lombardia, i due governatori sembrano fare di tutto per offrire, peraltro su un vassoio d'argento, motivi di critica agli oppositori e ai sostenitori dell'astensione. Casualità? Strategia? Ieri a dividere Roberto Maroni e Luca Zaia sono stati i costi per l'ordine pubblico: Zaia aveva detto che la richiesta del Viminale di addebitare al Veneto 2 milioni per il servizio degli agenti di polizia nei seggi era «un colpo basso», «l'ultimo disperato tentativo di impedire ai veneti l'esercizio democratico del voto», al contrario Maroni ha detto che gli oneri erano previsti e già messi a bilancio. Al che gli astensionisti (e non solo) in Veneto si sono scatenati.
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«Ci hanno chiesto 3 milioni e mezzo di euro per la sicurezza ai seggi, non è una sorpresa, sapevamo che tutti gli oneri erano a carico delle regioni», ha detto ieri mattina, nel corso di un forum all'Ansa nella sede di Milano, il presidente delle Lombardia Roberto Maroni. «Sapevamo che erano a nostro carico, sono costi aggiuntivi che abbiamo messo a bilancio»...
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