Nella hit parade dei paramenti liturgici più bizzarri sicuramente da oggi c'è anche quello del vescovo che ha celebrato una messa sfoggiando una 'casula' animalier, leopardata, in perfetta tendenza con la moda estiva del momento.
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Finora si erano visti abiti liturgici originalissimi, persino un po' kitsch o contenenti simboli di inclusione lgbt, come per esempio i colori dell'arcobaleno o caratteristici del folklore locale nelle messe celebrate in tutto il pianeta. In altre circostanze erano affiorati preti in monopattino, vestiti da motociclisti e persino dietro un materassino gonfiabile in mare, usato per la circostanza come altare balneare. Il vescovo pugliese in questione, però pare che abbia sbaragliato tutti in stravaganza, mandando in soffitta i manuali e le regole che dovrebbero, secondo la tradizione, essere seguiti.
L'abito indossato dai sacerdoti mentre celebrano una funzione dovrebbe essere un segno, e simbolicamente dovrebbe esprimere la fede e la devozione, facendo comprendere la distinzione tra sacro e profano nella vita quotidiana, richiamando la dignità e la bellezza di realtà soprannaturali. Oro, bianco, verde, viola, nero, rosaceo: ogni colore è indicato per una particolare cerimonia e un determinato momento liturgico. Ora il leopardato si aggiunge a questo elenco. Segno dei tempi e di una Chiesa sempre meno ingessata.
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