L’Italia sprofonda, ma l’Europa non ride.
Nel trimestre, purtroppo, il nostro paese è il peggiore di tutti e trenta, con un perdita di un quarto (24,4%) delle immatricolazione. Una buona parte è dovuta al colpevole ritardo con il quale sono stati varati gli incentivi, ma ci sono anche altri fattori che incidono negativamente. E il settore è sempre sotto pressione e con il morale basso anche quando vengono prese decisioni “strutturali” che dovrebbero durare nel tempo. Non è una buona cosa. Non è assolutamente importante chi azzecca quando si affermerà l’auto elettrica. Se crediamo nell’Europa la cartina al tornasole quotidiana è come ci muoviamo rispetto agli altri 4 grandi mercati del continente. Dovremmo quanto meno restare aggrappati al gruppo. Invece, almeno finora, siamo clamorosamente ultimi, staccati anche dalla Spagna, nella vendita di vetture ecologiche (quelle con la spina).
Un segnale poco allegro per i paladini nella lotta alla CO2. Ieri, intanto, il Ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti rispondendo ad un question time alla Camera. L’aiuto all’antomotive andrà ben oltre gli ecobonus e prossimamente ci sarà un decreto che faciliterà la transizione ecologica per tutto il comparto della mobilità che è di straordinaria importanza per l’economia e l’occupazione per il nostro paese. Quanto al costo della benzina, «la dinamica dei prezzi dei carburanti - ha detto il ministro - resta un tema di primo piano su cui è massima l’attenzione del governo, che proseguirà nell’attività di monitoraggio, oltre che nella valutazione delle misure necessarie a calmierare i prezzi, fra cui la proroga del taglio delle accise disposta nell’ultimo decreto legge».