Santa Maria del Piave, i funerali del pugile Bepi Ros

Martedì 22 Febbraio 2022
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Tanta commozione ieri mattina al funerale di Bepi Ros a Santa Maria del Piave.

A dare l'ultimo saluto al boxeur marenese familiari, amici e tanti ex colleghi che tra gli anni Sessanta e Settanta, sull'onda della passione per il ring trasmessa anche grazie alle imprese di Bepi Ros, si era avvicinati al mondo dei guantoni.


TANTI RICORDI

«Negli anni Sessanta c'erano solo tre sport: ciclismo, calcio e boxe. Non c'era tanta scelta. Alla boxe ci si avvicinava anche per darci un senso di forza e di importanza - racconta Pietro Bottega, ex pugile che proprio con Bepi Ros aveva mosso i primi passi sulla pedana - Ponte della Priula, assieme a Treviso Ring erano il fulcro di questo sport, la fucina di tanti talenti». «È vero - gli fa eco Livio Breda di Spresiano - Anche io mi sono avvicinato a questo sport seguendo le imprese di Bepi. Ho combattuto da giovane e sono arrivato a fare un combattimento da professionista. Erano tempi difficili esattamente come questo sport, duro e affascinante». Assieme a Bottega e Breda anche Pietro Marcon, stessa età dei colleghi, tutti sull'ottantina, che raccontano, con il sorriso del ricordo dei tempi gloriosi, gli anni trascorsi in palestra ad allenarsi, i pugni sul ring «E tutti noi volevamo imitare Bepi Ros. Lui era andato alle Olimpiadi, ce l'aveva fatta, aveva conosciuto Cassius Clay e i grandi della boxe. Purtroppo poi negli anni la tradizione della boxe si è persa dalle nostre parti. Che incontri abbiamo visto a Treviso al palazzetto del Coni. Anni indimenticabili». Esce la bara e la gente in silenzio abbraccia la moglie e i familiari. E poi un amico a nome di tutti prende il microfono: «Grazie Bepi per tutto quello che ci hai dato in questi anni e quello che hai fatto vivere a noi ragazzi quando avevamo vent'anni quando affrontavi i tuoi incontri. Eravamo felici per i tuoi successi e li vivevi con semplicità ed entusiasmo. E anche tu vivevi i tuoi successi con semplicità e umiltà. Grazie per tutto ciò che hai rappresentato per la nostra comunità. Arrivederci Roccia».


L'AIUTANTE

Nel gruppo di amici anche Angelo Zoggia, che è stato al fianco di Bepi Ros quando si allenava a San Donà di Piave: «Ero un giovane aiutante sul ring quando Bepi veniva a San Donà ad allenarsi, dopo le Olimpiadi di Tokyo. Portavo l'acqua, i cerotti dopo gli incontri. Bepi è stato un grande personaggio. Era predisposto alla boxe anche se non aveva un fisico da pugile ma sul ring dimostrava di essere un grande boxeur. È stato una colonna portante della boxe italiana degli anni Sessanta». Santa Maria del Piave ha così salutato il suo campione. Bepi Ros ha gestito per anni, dopo essere sceso dal ring, una osteria assieme alla famiglia a Susegana. Ma una malattia aveva minato la sua salute in particolare negli ultimi dieci anni e lo aveva tolto dalla vita attiva. Con Bepi Ros se ne va anche un pezzo importante della boxe trevigiana che ha vissuto grandi successi nell'epoca del boom economico. Uno sport al quale si avvicinavano tanti ragazzi in cerca di riscatto da situazioni economiche difficili.

Ultimo aggiornamento: 10:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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