Era una bassanese la "dama
nera" di William Shakespeare

Lunedì 15 Agosto 2016 di Alessandro Comin
Era una bassanese la "dama nera" di William Shakespeare
1
BASSANO - Era una bassanese la "dama nera" dei Sonetti di Shakespeare. A quattrocento anni dalla morte del grande poeta, la teoria già sviluppata dallo studioso Giovanni Cecchin viene rilanciata da nuove ricerche e da nuovi spettacoli sui Bassano, la famiglia di musicisti che emigrò in Inghilterra nel Cinquecento.
Si chiamava Emilia Bassano. Anch’ella musicista e cantante, dal carattere non facile, fu una femminista ante-litteram: nel 1611 pubblicò un poema che rivendicava l’indipendenza intellettuale della donna. E c’è chi vi legge una polemica risposta proprio ai Sonetti scespiriani, usciti due anni prima, una sezione dei quali è dominata dalla figura di una donna vuota, crudele e imperiosa.
E’ verità storica che Emilia fosse alla corte dei sovrani inglesi, frequentando anche Elisabetta I e intessendo una relazione con un cugino di lei, Lord Hunsdon, dal quale ebbe un figlio: per questo venne data in sposa a un altro musicista di corte, il francese Lanier, e da allora si firmò anche con il cognome del marito.
I Bassano erano una famiglia poliedrica: al tempo stesso compositori, musicisti, costruttori e riparatori di strumenti a fiato. Avevano già ottenuto una discreta fortuna a Venezia e lì, alla Cappella Marciana, furono scoperti da un procacciatore musicale inglese che li ingaggiò per la corte di Enrico VIII dove ebbero modo di creare e suonare per parecchie delle sue sei mogli.
A Londra, però, il padre di Emilia andò in rovina, e non le lasciò altro che i contatti con la nobiltà. Che lei sfruttò in modo piuttosto spregiudicato, come d’altronde era d’uso. Ebbe molti amanti, e rapporti sul filo dell’esoterico con un astrologo di fiducia che conosceva bene Shakespeare. Molti indizi la portano sulla strada, e nel letto, del poeta. E poi in quello di Henry Wriothesley, conte di Southampton: sarebbe lui il W.H., il "bel ragazzo", il "Fair youth" lodato con parole d’amore negli stessi Sonetti e in qualche modo contrapposto al buio della lady. 
Un torbido triangolo, dunque, portato alla luce anche dagli studi dello storico di Oxford Alfred Leslie Rowse, che negli anni Settanta del secolo scorso rilesse le carte dell’astronomo. Certo, ci sono anche teorie diverse sull’identità della "dama nera", ma una figura come la Bassano si inserisce perfettamente nell’insieme dei misteri scespiriani: non va dimenticato che gli stessi Sonetti, di qualità assai inferiore alle tragedie, furono pubblicati da altri, non dal poeta, alimentando così nei secoli ogni sorta di mistero e dietrologia.
Il tema ha affascinato gli artisti di Operaestate festival, che hanno allestito tre diversi spettacoli, dal 18 al 20 agosto prossimi in prima nazionale tra il chiostro del Museo civico e il Castello di Bassano del Grappa. Nell’ordine, "Dark Aemilia e le altre", di Luca Scarlini, con il musicista Pierluigi Polato, narrerà la vita di Emilia; "Master-Mistress of my passion", della compagnia Anagoor, porterà in scena le ambiguità dei Sonetti; "I fiati del tempo", con il racconto ancora di Scarlini e il gruppo "I pifari del Doge" riproporrà le musiche dei Bassano. Info www.operaestate.it.
© RIPRODUZIONE RISERVATA