ROVIGO - Quattro gravi infortuni nell’arco di tre stagioni. L’ultimo al Trofeo Pedrini a Badia in settembre. Lo terrà fermo ancora a lungo, «il rientro dovrebbe avvenire in aprile» spiega il giocatore stesso, impedendogli di fare il previsto minutaggio in serie A con il Borsari e tornare alla FemiCz Rovigo nella seconda parte del campionato.
È il calvario che sta vivendo a soli 22 anni Marco Ruffato, seconda linea nato a Bassano del Grappa (Vi) il 24 gennaio 2001, 113 kg di peso per 1,98 d’altezza.
La FemiCz conoscendo le sue doti di saltatore in touche, solidità in mischia, combattività sui punti d’incontro e buone mani nel gioco aperto, ha scommesso sul suo recupero la scorsa stagione rilanciarlo. Dopo la preparazione, nella foto a fianco duella in touche con Matteo Ferro nella sfida pre stagionale Rossi contro Blu, è riuscito a mettere insieme solo tre presenze per complessivi 46 minuti di gioco nel girone d’andata del Top 10: 6’ con le Fiamme Oro, 22’ con il Cus Torino, 18’ con il Mogliano. Poi il terzo stop. A dicembre ha iniziato a soffrire di mal di schiena per un’ernia ed è stato sottoposto ad intervento chirurgico in aprile.
In questa stagione la collaborazione fra Rovigo e Badia, di fatto la seconda squadra rossoblu con Joe Van Niekerk nel doppio ruolo di coach del Borsari e assistente per la difesa di Alessandro Lodi alla FemiCz, ha portato lo staff tecnico a predisporgli un percorso mirato di rientro. È stato tesserato a Badia per giocare più minuti possibili in serie A, un campionato meno impegnativo della serie A Elite, in prospettiva di tornare a Rovigo entro marzo, termine ultimo per gli scambi. Nel rush finale per lo scudetto, dopo aver contribuito alla salvezza del Borsari, avrebbe fatto comodo per dare i cambi a Ferro, Steolo, Ortis e Zottola.
L’ULTIMO STOP
Invece per Ruffato la stagione neanche è cominciata. Al “Pedrini” contro il Colorno durante una pulizia in ruck ha subito il distacco del muscolo bicipite del braccio sinistro. La serata di gioia per la prima vittoria del torneo in 16 edizioni da parte del Badia si è trasformata in una notte di lacrime. «Sono stato operato a Bassano - spiega il giocatore - I tempi di recupero dovrebbero allungarsi fino ad aprile». Quindi salta anche il piano di rilancio per questa annata. E forse per tutta la carriera, tre stagioni di inattività sono pesanti, nel fisico e anche nella testa. «Non voglio parlare di infortuni e del futuro» conclude amareggiato il giocatore.
L’augurio è che si riprenda al meglio e abbia la tenacia di riprovarci. In rossoblù o altrove.