Luke Littler, chi è il fenomeno delle freccette che sta facendo impazzire l'Inghilterra

A sedici anni ha raggiunto la finale del Mondiale a Londra, vinta da Humphries, e dilaga già sui social. Festeggia le vittorie col kebab, il padre gli disse di lasciare il calcio e darsi alle «darts»

Mercoledì 3 Gennaio 2024 di Piero Mei
Inghilterra impazzita per Luke Littler, il fenomeno delle freccette

Harry? Meghan? Gente del passato. Il piccolo impertinente principe Louis? Macché: l'uomo del momoento, nel Regno Unito, è Luke Littler, un adolescente di Runcorn, nel Cheshire, ma cresciuto a Warnington, città di mezza via tra Liverpool e Manchester.

Che sia adolescente (compirà 17 anni il 21 gennaio) ha dovuto provarlo mettendo in piazza il proprio certificato di nascita. Perché nessuno credeva che grande e grosso com'è (un filo, anzi un gomitolo di pancia: non è bodyshaming, è caratteristica della sua attività) che avesse appena 16 anni e già fosse un campione di freccette, sport da bar (pub) che grazie a lui ha conquistato il bar dello sport, cioè la chiacchiera di tutti i giorni.

È arrivato, infatti, in finale al campionato del mondo di freccette (darts in inglese) ed alla sua età nessuno mai si era avvicinato neppure alla semifinale. Per questo hanno tirato in ballo tutti i piccoli prodigi di ogni sport, da Pelè che di anni ne aveva 17 quando esplose, a Boris Becker, a Mike Tyson che ne aveva 20 o Tiger Woods che ne aveva 21.

Che arrivasse così in alto, non lo credeva proprio nessuno: all'inizio della fase finale i bookmakers lo davano a 66 contro 1, i suoi followers erano 3000, un suo post valeva 327 sterline. Alla finale si poteva scommettere su di lui appena a 2 contro 1 (i bookmakers trattenevano il fiato: una sua vittoria li avrebbe sopraffatti, visto che almeno 500 dei suoi fans avevano scommesso dall'inizio), i followers viaggiavano sui 300 mila, un post valeva un migliaio di sterline, una delle maggiori case di ricezione di scommesse lo dava per favoritissimi (6 contro 1) come personalità sportiva del 2024, anche se incombono Olimpiadi ed Europei di calcio.

Luke ha conquistato tutti con la sua normalità: prima di un match mangia al mattino omelette con prosciutto e formaggio (il giorno della finale è andato a mangiarne una a Islington, 8,90 sterline), a pranzo la pizza; se vince festeggia con un kebab da 7,89 sterline. Per questo lo hanno avvicinato a Usain Bolt, che preparava i suoi record con il pollo fritto. Nonna Carol ha dovuto chiedere un permesso per tifare per il nipotone: al municipio di Rucorn, dove lavora, glielo hanno concesso con tanti auguri; la sorella Caitlin ha subito tracimato con foto da influencer, occhi azzurri, petto in fuori (e di fuori); Luke sogna di arrivare presto alla patente automobilistica, «così papà non deve accompagnarmi ovunque». Il papà fa il tassista, la mamma la commessa. «Basta calcio, datti alle freccette» gli disse il papà quando lo vide all'opera. E molto lo incoraggiò il nonno, che passava le serate al pub, con davanti la birra e un po' più in là il bersaglio.

Ora non lo lascia un minuto la fresca fidanzata (da qualche settimana) Eloise. Si sono «incontrati» sui social, giocando a Fifa da perfetti sconosciuti. Lei ha 21 anni e fa la consulente di bellezza, una specie di armocromista del mascara. Gli haters si sono subito scatenati: è a caccia di soldi. Eloise ha smentito e gliele ha cantate: ha una voce tipo Adele, dicono. Se fosse una cacciatrice di soldi li avrebbe trovati: le 100 mila sterline dei quarti di finale sono diventate 200 per la semi e in finale erano 500.

Luke ha postato un video che lo vede in pannolino a 18 mesi scagliare sul bersaglio freccette magnetiche (pericolosa sennò la punta per i bimbi); a quattro anni, però, saliva su un banchetto e tirava quelle vere. A 12 ha incrociato in un pub Luke Humphries, 12 anni di più: era lui l'avversario di finale.
È stato ricevuto in pompa magna dai giocatori dell'Arsenal e del West Ham: si è fatto il selfie, ma stavolta non l'ha postato lui, bensì loro. Il campione fra i due o tre era lui, Luke the Nuke, cioè Luke la bomba atomica.
Poi è andato all'Alexandra Palace, nord di Londra, il palazzo degli sport pop, perché per gli inglesi le freccette sono sport da due milioni e mezzo di spettatori (al Cio già stanno pensando che magari alle Olimpiadi del futuro…).

Ed è cominciata la grande sfida, che manco Robin Hood contro Guglielmo Tell. Il Luke maggiore vince il primo set, il più piccolo il secondo; il più grande il terzo, il piccolino quarto e quinto ed è avanti per la prima volta. I bookmakers tremano, l’Alexandra Palace freme. Un vicino di casa al Palazzo scrive: farò da baby sitter a The Nuke se la famiglia vorrà andare a far festa. I fabbricanti delle freccette targate «The Nuke» gongolano: una confezione costa 102,5 sterline e già si accettano prenotazioni solo per marzo, il magazzino è esaurito più della tutina da penitente di Chiara Ferragni. Il ragazzino va 4 a 2. Ma Humphries non molla: 4 a 3. Il bambino, per dirla alla Mourinho, trema, il Luke grande va 4 a 4. Ora è una questione di nervi, di pressione, di abitudine al peggio che può diventare il meglio. Humphries lo sa, il bambino ancora no: 5 a 4 per il Luke grande. Il «big fish», il pesce grosso è lì. Lo prende Humphries: 6-4, 7-4. Il mondiale è suo ma il mondo è del bambino. E anche 200 mila sterline e una fornitura di birra analcolica finché non compirà 18 anni. Commentano in rete: mai avrei pensato di guardare le freccette in tv…

Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 20:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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