Muay Thai, Alessio Malatesta e un sogno rincorso fino in Thailandia

Il fighter, classe 2001, è allenato dal padre: vive a Capena, ma spesso è all'estero per allenarsi e gareggiare

Domenica 31 Dicembre 2023 di Marco Pasqua
Muay Thai, Alessio Malatesta e un sogno rincorso fino in Thailandia

C'è un passaggio che tutti gli appassionati di Muay thai, devono fare, almeno una volta nella loro vita: allenarsi in Thailandia, la patria di questa arte marziale a contatto pieno, tra le più complete (e con molte similitudini con le Mma, esclusa la gabbia e i combattimenti a terra).
Chi, invece, ha ambizioni più alte, ovvero arrivare a conquistare la vetta nei più importanti e difficili tornei internazionali, dovrà inevitabilmente eleggere un domicilio thailandese per periodi più lunghi. E questo lo sa bene uno come Alessio Malatesta, classe 2001, che solo quest'anno, ha trascorso 7 mesi in Thailandia, accompagnato spesso dal padre, Francesco, a cui deve molto, a partire dall'amore per questo tipo di boxe. Una passione nata nella sua Capena, dove Alessio vive, fin dall'età di 7 anni, quando il padre, anche lui praticante di questa disciplina nota come l'arte delle otto armi -, ha iniziato ad insegnargli le prime combinazioni di pugni e calci. Ad oggi Alessio ha disputato già 60 match da professionista e ha all'attivo 40 vittorie, tre pareggi e 17 sconfitte. Lungo l'elenco dei titoli che ha già potuto riportare nella sua città natale: nel 2019, Malatesta ha vinto il titolo mondiale in "The global fight", ma poi anche quello Wmc Intercontinetale e il Mtgp intercontinentale. L'ultimo, lo ha visto perdere nella finalissima, in Thailandia, in un match dall'esito tutt'altro che scontato. «Per me e per tutti, la finale è andata benissimo commenta Malatesta, che da pochi giorni è rientrato in Italia il verdetto è stato non conforme e invito chiunque a valutare con i proprio occhi su Youtub»". Quanto all'amore per questa disciplina, Malatesta spiega che l'hha scelta «perché è la più completa, e contempla anche uno stile di vita specifico e una parte spirituale. Si usano pugni, gomiti, ginocchia, i calci e la lotta in clinch (ovvero il combattimento corpo a corpo), ed è possibile colpire ovunque l'avversario, ad eccezione delle parti basse».

Con il padre si allena nella palestra che porta il nome della famiglia e che, grazie a lui, è diventata un punto di riferimento nella Capitale, con molti baby-campioni che hanno iniziato a muovere i primi passi alla corte di papà Francesco, richiamati anche dalla fama del figlio. «Per crescere devo necessariamente passare lunghi periodi in Thailandia», racconta Alessio, che dopo il diploma ha scelto di dedicarsi a tempo pieno a questo sport. «Ho un ottimo rapporto con mio padre, mi alleno con lui», spiega, ammettendo che le privazioni fanno parte di questa scelta di vita. Quando, infatti, i suoi coetanei vanno in discoteca o si incontrano per andare al cinema, lui, spesso, deve ricaricarsi dagli allenamenti. Il poco tempo libero che ha lo dedica alla sua passione: il motocross. «I sacrifici fanno parte della vita spiega e per raggiungere gli obiettivi che mi sono posto sono necessari. Ammetto che non sempre questa strada è facile, soprattutto perché l'ho intrapresa tanti anni fa, ma ormai sono abituato». Come ogni fighter che si rispetti, dopo un torneo disputato, si inizia già a ragionare sulla prossima sfida. "Penso che a febbraio tornerò in Thailandia", anticipa Alessio che è rientrato a casa per trascorrere una parte delle feste in famiglia. Ma subito dopo si tornerà sul ring, pensando al prossimo titolo internazionale da conquistare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche