Sale l'allerta in Italia, rischio ritorsioni sulle forze di Polizia

Sabato 24 Dicembre 2016 di Cristiana Mangani e Sara Menafra
Sale l'allerta in Italia, rischio ritorsioni sulle forze di Polizia

ROMA Sono le 7,30 di ieri mattina quando il capo della polizia Franco Gabrielli firma una circolare nella quale chiede «massima attenzione» nei confronti di poliziotti e di tutto il personale delle forze dell'ordine. L'uccisione di Anis Amri è avvenuta da qualche ora, e i vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza sanno bene che ora il rischio sono «le possibili ritorsioni» contro chi indossa una divisa. Per questo Gabrielli invita a non abbassare la guardia, disponendo di intraprendere ogni iniziativa utile per garantire la massima sicurezza e la tutela degli operatori. Gli agenti che hanno bloccato il killer di Berlino saranno proposti per la promozione per meriti straordinari. Ma nel frattempo il livello di allerta è elevato al massimo e i presidi di militari e forze dell'ordine sono stati rinforzati.
Esperti di intelligence non escludono infatti che il tunisino sfuggito alla Germania, volesse concludere la sua missione con un attentato simile a quello di Berlino, magari in qualche città italiana del Nord. E quindi dai vertici del Viminale si invita all'attenzione massima. Squadre antiterrorismo in giro per le città e la questura della Capitale che ha disposto il divieto di circolazione dei camion nel centro durante le feste natalizie. Ai varchi di alcune piazze sono stati già montati jersey e betafence, una sorta di transenne in muratura, per vietare gli ingressi ai mezzi di trasporto e facilitare i controlli. «Dovremmo imparare a vivere come se fossimo a Tel Aviv - avverte un esperto di terrorismo analizzando la situazione del nostro paese - Del resto, oggi a Parigi, per entrare in un centro commerciale devi aprirti la giacca, evitare borse voluminose, e accettare tutti i controlli».

I BERSAGLI
Ma ora, oltre alle feste, ai mercatini, ai centri commerciali e a tutti i luoghi di ritrovo, l'allarme riguarda le forze dell'ordine. Sempre Gabrielli non molto tempo fa aveva scritto una lettera personale ai questori firmata a mano, nella quale chiedeva a ognuno di loro, a dirigenti e funzionari, «di svolgere nei confronti del personale una accurata opera di sensibilizzazione sull'esposizione al rischio e su come debba essere affrontata». Perché non sempre basta la forza, servono anche la dedizione e l'intuito. Il prefetto chiariva quanto un poliziotto possa rappresentare «un bersaglio». «La dinamica del terrorismo jihadista si prefigge proprio questo - aveva sottolineato nella sua comunicazione - di colpire anche chi abbia una valenza simbolica, in modo da amplificare l'effetto, generativo di insicurezza, movente principale delle loro azioni». E per questa ragione - aveva aggiunto - «la consapevolezza di vivere un pericolo latente è un fattore chiave per garantire la sicurezza del singolo dipendente e di tutti i colleghi».

LE ARMI
Dunque, è necessario che «il personale anche nell'espletamento di attività apparentemente di routine, quali a esempio i servizi presso i corpi di guardia, tenga un atteggiamento intelligentemente vigile che possa consentire di individuare il dettaglio capace di rivelare e anticipare una possibile azione violenta». Insomma, è importante che il livello dei controlli sia alto, ma è necessario anche che ognuno faccia la sua parte. Ed è per questo che Gabrielli scrive ancora oggi chiedendo di evitare «i cali di attenzione», «di portare l'arma in tutte le situazioni in cui ciò è previsto», perché «contribuisce a incrementare le capacità di dissuasione e di risposta in presenza di comportamenti e condotte ostili».
La lettera si concludeva con l'analisi dell'elemento umano, considerato fondamentale, e riguardava «la capacità di intuire il pericolo: uno dei bagagli più preziosi dell'operatore di polizia. Anche questo può contribuire - aveva sottolineato - a sventare atti ostili o violenti, assicurando un immediato intervento che potrà risultare decisivo per salvare vite umane innocenti».
 

Ultimo aggiornamento: 12:13