Stavolta tra Draghi e Salvini ad evitare lo scontro potrebbe essere il secondo. Il leader leghista infatti, al netto del voto contrario del Carroccio in commissione Affari sociali, cercherà di fare in modo che sul Green pass non venga imposta la fiducia.
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Lega, due fasi già in atto
Ed è per questo che le due fasi del piano leghista, data l'urgenza dettata dal pragmatismo dell'ex numero uno della Bce sulla certificazione verde e le vaccinazioni, sono praticamente già in corso d'attuazione. Il primo passaggio lo ha formalizzato ieri il capogruppo della Lega Molinari chiedendo al ministro D'Incà, titolare dei Rapporti con il Parlamento, che il governo eviti il voto di fiducia alla Camera. Perché? Per ritagliarsi lo spazio necessairo per avanzare delle proposte più o meno plausibili, che gli consentano di tenere i piedi sia nella scarpa del governo che in quella degli elettori («ne ho sentiti tanti dubbiosi ques'estate in spiaggia» ha ribadito ieri l'ex ministro degli Interni). La corsa contro il tempo di Salvini si è quindi concretizzata oggi con una lista di 5 punti elaborata dallo stesso segretario assieme ai governatori leghisti (Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana, Maurizio Fugatti, Christian Solinas, Nino Spirlì, Donatella Tesei, Luca Zaia).
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Una serie di obiettivi in cui la netta opposizione al Green pass o all'obbligatorietà del vaccino risulta decisamente annacquata. Si va dalla promozione della campagna vaccinale, evidenziando l'incremento delle adesioni e «salvaguardando la libertà ed evitando obblighi o costrizioni che potrebbero servire solo in via eccezionale per alcune categorie specifiche», fino alla proposta di utilizzare il Pass per «favorire aperture in sicurezza a partire dai grandi eventi, ma senza complicare la vita agli italiani». Non solo, in bella mostra anche la richiesta di tamponi gratuiti per alcune categorie (per concedere agevolmente la certificazione a minori che fanno sport o persone che non possono vaccinarsi), e pure la possibilità - sostanzialmente con già in tasca l'ok di Draghi - di usare anche ai tamponi salivari molecolari come test utili per ottenere il Green pass. Infine, e qui sta un indizio su quale sarà la battaglia successiva di Salvini: «estensione dell'utilizzo degli anticorpi monoclonali prescrivibili anche dal medico di medicina generale». Una pratica già in essere e in crescita (+30% in estate), che però darà modo alla Lega di mostrarsi vincitrice quando questo trend continuerà.
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In altre parole, nel giro di tre o quattro giorni, sembrano rientrate tutte le criticità che sembravano avrebbero potuto mettere in qualche modo in dubbio l'esistenza stessa del governo. Un'ipotesi questa, che in tutta evidenza e per ammissione dello stesso Salvini, non è però affatto sul tavolo. E stavolta non c'è neanche stato bisogno di pontieri che ricostruissero un canale all'interno della maggioranza. È bastata la fermezza di Draghi.
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