Video dal carcere, perquisito Alesini

Domenica 22 Novembre 2020
Video dal carcere, perquisito Alesini
L'INCHIESTA
PADOVA Il video dal carcere postato sul social Instagram dal detenuto ed ex boss della baby gang di Mestre Angelo Valerio Alesini di 19 anni, ha fatto scattare un'indagine interna nella casa di reclusione Due Palazzi. Gli agenti della polizia penitenziaria hanno già perquisito la cella del giovane, alla ricerca dello smartphone con cui avrebbe girato le immagini dal penitenziario per poi metterle in rete. I poliziotti, al momento, non hanno trovato alcun cellulare, ma le indagini sono solo all'inizio. Gli inquirenti vogliono capire come l'apparecchio possa esse entrato nel carcere.
TRE PISTE
Tre le piste su cui stanno battendo gli agenti della penitenziaria: Alesini potrebbe essere stato aiutato da un amico non recluso. Oppure potrebbe essersi fatto prestare o avere acquistato il cellulare da un detenuto. La Procura è stata avvisata dell'accaduto, ma per ora non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati. Alesini all'inizio era ospite del carcere lagunare, poi è stato trasferito al Due Palazzi. Deve scontare una pena di oltre quattro anni e mezzo di reclusione in seguito a due condanne. La principale è un patteggiamento a tre anni e dieci mesi per nove furti, un danneggiamento e una tentata estorsione commessi tra giugno e agosto 2018. Poi a gennaio era arrivata una seconda sentenza che aggiungeva al conto con la giustizia nove mesi per altri furti e tentati furti aggravati.
Alesini non è nuovo nel postare le sue azioni criminali nei social. E questa volta sembra avere voluto sfidare in maniera plateale l'autorità: si è filmato all'interno della sua cella al Due Palazzi, mentre fuma quello che ha tutta l'aria di essere uno spinello. Il video, con tanto di sottofondo musicale del trapper Sfera Ebbasta, è stato postato sul profilo Instagram del diciannovenne. Era il luglio del 2014 quando gli uomini della Squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Sergio Dini, hanno iniziato a indagare sulla casa di reclusione Due Palazzi portando allo scoperto un intenso traffico di droga, telefoni cellulari, Sim card e chiavette Usb. Lo stupefacente finiva nelle mani di un albanese che gestiva poi le ulteriori cessioni all'interno del Due Palazzi. Due guardie trattenevano per sè un quantitativo di droga come guadagno per la loro attività di spaccio. Gli altri canali di rifornimento per lo stupefacente, i telefoni cellulari e le Sim card facevano invece capo a due esponenti della malavita organizzata che si dividevano i profitti.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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