Un lungo itinerario nella Quarantena

Martedì 2 Giugno 2020
IL VOLUME
Un filò lungo quanto la quarantena: 53 giorni di lockdown e 53 racconti. Usciti dalla fantasia e dalla brillante penna di Giovanni Carraro, videomaker e saggista, che presenta la sua ultima fatica La stecca Prealpina (ed. De Bastiani) oggi alle 19, in streaming nei suoi canali Facebook e Youtube. Un moderno Boccaccio che, come allora, si misura con una pandemia. Nel 400 era la peste, nel 2020 è il Coronavirus. Ma tante strade sono già state tracciate. E guardarsi indietro fornisce - secondo l'autore - la bussola per ripartire con slancio e con grinta. Lui, che ha battuto i sentieri montani della Marca e ne conosce ogni palmo tanto da averne scritto nei precedenti quattro libri, ha dipanato il filo dei ricordi e delle esperienze di tante scorribande tra le vette.
GLI ANZIANI
A cominciare dagli anziani. Quanti ne sono stati portati via dal Covid, senza consentire alle famiglie nemmeno l'ultimo saluto. E così Carraro ha scelto di dedicare la copertina a Fioravante Segat detto Fiore Castel, un vecchietto mancato lo scorso anno. «Non è morto di Covid ma per me rappresenta la memoria antica di tutti gli anziani che ci hanno lasciato in tempo di Coronavirus - scandisce Carraro - L'ho conosciuto per caso a Borgo Olivi quando tornavo dalla montagna in cerca di idee. Con lui parlavo di mucche, delle fatiche del contadino e di mille, infiniti, segreti del vivere su questa terra. Era stato perfino attore in uno dei migliori film di Giuseppe Taffarel, la Montagna del Sole girato sul Visentin nel 1966. Per me rappresenta il simbolo di un patrimonio infinito, quello di tutti gli anziani portati via dal virus».
LA FEDE DI SANITÀ
E poi c'è la fede di sanità, una specie di attestato di buona salute, che la Repubblica di Venezia chiedeva ai viandanti nei posti di blocco. A San Floriano, poco distante da Vittorio Veneto, sotto l'autostrada c'è una antichissima torre di vedetta e lì vicino c'è il lago del Restello. «I restelli di sanità erano stati pensati dalla Repubblica doi Venezia per controllo in caso di pestilenze. Chi aveva la fede di sanità, ovvero un attestato che certificava lo stato di salute, passava, gli altri no. E se forzavano il blocco, potevano essere uccisi» riassume Carraro. Una storia che si ripete, con la richiesta del passaporto di sanità da parte delle regioni del sud Italia e delle isole nei confronti dei turisti. Ma anche con la chiusura dei confini e l'impossibilità di attraversare gli Stati. Muri, blocchi, controlli. «C'era già tutto 400 anni fa» sottolinea lo scrittore. E avvisa che, 400 anni fa l'epidemia sparì ma si ripresentò 60 anni dopo. «Chissà quanto dovremo convivere con il virus anche noi. Io ho morso il freno chiuso in casa, non vedevo l'ora che il premier Conte ci liberasse dalla clausura forzata. Però, so che l'attenzione di tutti noi dovrà restare alta» mette le mani avanti Carraro.
I TANTI RACCONTI
Nelle pagine della sua Stecca Prealpina Carraro ha intercalato racconti mistici, come il segreto che nascondono le colonne annodate delle abbazie di Follina e Vidor che si rifanno agli antichi templari, a racconti di eremiti, ma anche di torri e fortilizi insieme ad antiche leggende. «In questa terra sono passati romani, longobardi, franchi, in tempi più recenti gli austriaci - spiega - e ne restano i segni, così come restano i segni dei tanti pellegrini che hanno percorso la Marca in lungo e in largo portando nuove storie e nuove culture». Il libro, che si trova in libreria e anche online, su Amazon e altri siti di commercio elettronico, ha un finalità benefica: gli incassi saranno devoluti alla Regione per la lotta contro il Coronavirus.
Valeria Lipparini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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