Picchiato perché cantava un motivo fascista

Mercoledì 17 Luglio 2019
IL PESTAGGIO
Un ingegnere di 34 anni di Dolo è stato picchiato da un gruppo di antagonisti, per avere canticchiato un motivetto fascista seguito dal saluto romano. Quella sera, il 15 giugno, al Portello di Padova, è scattata la violenza politica: giù botte al nazi riempito di calci e pugni. A circondare il libero professionista veneziano è stato un manipolo di giovani legati all'ex Cpo Gramigna (centro popolare occupato) e al movimento Diritto alla casa. Le indagini, condotte dagli uomini della Digos e coordinate dal sostituto procuratore Sergio Dini, si sono chiuse su un 27enne di Schio (Vi) finito nei guai per lesioni personali aggravate da motivi abietti.
IL FATTO
L'ingegnere, quel venerdì notte, intorno alle 2, stava passeggiando lungo i chioschi dei Navigli in zona Portello quando si è incrociato con un almeno cinque rossi. Per gli antagonisti il 34enne stava fischiettando Le Chant du diable, motivetto riconducibile ai legionari francesi cantato durante la 2. Guerra Mondiale dai corpi paramilitari nazisti. Ma il veneziano alla melodia di estrema destra avrebbe fatto seguire anche il saluto romano. I cinque, allora, lo hanno circondato e due sono usciti dal gruppo al grido di fascista, fascista, colpendolo con pugni e calci. Poi gli ex Gramigna si sono dati alla fuga, lasciando l'ingegnere dolorante.
LE INDAGINI
Al Portello è intervenuta una pattuglia della Polizia e la vittima ha subito descritto agli agenti uno dei suoi aggressori. Del secondo invece non ricordava nulla. L'esatto contrario del primo, riconosciuto grazie a un tatuaggio e anche per le testimonianze rilasciate da alcuni presenti al pestaggio. E da quel tatuaggio sono partite le indagine da parte della Digos, riuscendo a chiudere il cerchio attorno a Stefano Minore, 27 anni, di Schio, ma da anni attivo sul territorio di Padova come militante dell'ex Cpo Gramigna. Il giovane è finito iscritto nel registro degli indagati per lesioni personali aggravate da motivi abietti. Il giovane è un volto noto alle forze di polizia, perchè a fine marzo è stato arrestato a Torino dove stava manifestando per la chiusura di un centro anarchico. Era stato trovato con altri tre antagonisti veneti con l'auto imbottita di armi, maschere antigas e bombe carta. Prima era finito agli arresti domiciliari e poi era stato raggiungo dall'obbligo di dimora, che avrebbe violato in più di una occasione.
IL PRECEDENTE
La notte del 25 aprile, in città, si è registrato un episodio analogo. Questa volta ad agire sono stati gli attivisti del Cso Pedro e le vittime Nicolò Calore, ex consigliere comunale leghista, e Alberto Bortoluzzi, leader provinciale di CasaPound. L'aggressione, da parte di cinque no global, è avvenuta nel Ghetto nei pressi di un bar. Il raid, la notte della Liberazione, è stato portato a termine da almeno una quindicina di Indiani padani di questi cinque hanno circondato i due colpendoli con calci e pugni. Tre disobbedienti sono stati accusati a vario titolo di danneggiamenti e di percosse in concorso.
Marco Aldighieri
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