Ortombina confermato alla guida della Fenice

Sabato 14 Dicembre 2019
L'ANNUNCIO
I conti sono stati fatti in questi giorni. Per quantificare i danni c'è voluto giusto giusto un mesetto. Le cifre sono da capogiro: tra i due e i tre milioni di euro in attrezzature e impianti sofisticatissimi in grado di muovere la macchina scenica del palcoscenico del Teatro La Fenice. Insomma, una bella scoppola (peraltro messa abbondantemente in preventivo subito dopo l'alluvione), ma che adesso è una certezza. E sarà questo il maggior fardello che eredita da se stesso, il sovrintendente Fortunato Ortombina che, ieri a Mestre, in una riunione del Comitato d'indirizzo dell'ente lirico veneziano è stato designato alla guida del Teatro per i prossimi cinque anni. Con la benedizione del sindaco Luigi Brugnaro sono stati nominati anche gli altri partecipanti al Consiglio. Si tratta di Luigi De Siervo, a nome del Comune di Venezia, che sarà anche vicepresidente; Maria Leddi per la Fondazione di Venezia; Teresa Cremisi per il Ministero dei Beni Culturali. Vacante ancora il nome del rappresentante della Regione Veneto, ieri presente con l'assessore alla Cultura, Cristiano Corazzari.
PAROLA A FRANCESCHINI
L'«indicazione» di Ortombina da parte del Consiglio di indirizzo ora dovrà essere ratificata - come vuole la prassi - dal Ministero. «La Fenice - ha detto il sindaco di Venezia - è una delle nostre eccellenze e anche in occasione della recente acqua alta ha saputo dimostrare al mondo, grazie alla tenacia e all'impegno delle sue maestranze, la capacità di non compromettere la prima del Don Carlo». Brugnaro ha sottolineato inoltre il buon esercizio di bilancio chiuso in pareggio e l'ottima offerta artistica. Per l'occasione è stato approvato anche il documento di programmazione economica del 2020 e il bilancio triennale 2020-2022.
«Ora ci aspettano cinque anni di grande lavoro - sottolinea Ortombina - e soprattutto dobbiamo lavorare alacremente per tornare alla normalità dopo i danni che abbiamo subìto. Siamo riusciti a fare il possibile per il Don Carlo, ma ora dobbiamo impegnarci per la sostituzione di impianti e attrezzature che sono il cuore della macchina scenica del Teatro. La concomitanza con lo spettacolo in corso al Malibran (Pinocchio di Valtinoni ndr) ci sta consentendo di fare tutti gli interventi necessari. Contiamo di tornare a pieno regime per il prossimo Carnevale. Nel frattempo ringrazio tutti per la vicinanza e la solidarietà giunta da altri enti lirici italiani e stranieri, e da altre istituzioni. Il mio grazie va anche alle singole sottoscrizioni, anche di privati cittadini che hanno devoluto una quota al fondo di emergenza. E sono tanti». (Iban IT68 W030 6902 1171 0000 0046 030; Causale Art Bonus - Fondazione Teatro La Fenice di Venezia; Codice fiscale o Partita Iva del mecenate - Nome Intervento (opzionale).
I PROGRAMMI
«Affrontiamo questo prossimo lustro - commenta Ortombina - con molti progetti. Il Don Carlo è stato un fiore all'occhiello ed un successo, ma la stagione che si è appena aperta riserva altre nuove stimolanti sorprese. Ci aspettano entusiasmanti rappresentazioni come Il castello del principe Barbablù di Bèla Bartòk, ma anche un repertorio rinnovato che vede al centro Giuseppe Verdi con Rigoletto; l'attesa Aida; la riproposizione de La Traviata oppure de Il Trovatore. Le buone condizioni del nostro bilancio, il lavoro svolto dalle maestranze e il prezioso contributo del maestro Myung-Whun Chung restano e sono garanzia per un'ottima stagione». Intanto proprio la prospettiva dei cinque anni futuri non solo offre tranquillità a Ortombina, ma allo stesso consente una programmazione a medio termine. E qui non mancheranno le sorprese. Una, peraltro, già annunciata come il Fidelio di Beethoven che aprirà la stagione 2020-2021 de La Fenice, ma ancor più la sorpresa sarà rappresentata, alla metà del 2021, da uno spettacolo inedito, prima mondiale assoluta, di un'opera lirica legata alla cultura veneziana. «Esattamente - confessa il sovrintendente - Sarà un lavoro importante, che rappresenterà una tappa fondamentale per il 2021 per il nostro Teatro. Ma preferisco non dare ulteriori dettagli. Ci sarà tempo».
LA STRATEGIA
Oltre all'omaggio a Verdi in cartellone, e alle stagioni sinfonica e di balletto in programma. Il Teatro guarda anche ad allargare le proposte. «Oltre a Verdi - avverte Ortombina - dobbiamo continuare a guardare a Wagner, a Ciajkovski, a Beethoven, a Bartòk. Indispensabile, quindi, ampliare il nostro raggio d'azione. In questo senso puntiamo ad avvicinare le nuove generazioni. Abbiamo registrato un aumento considerevole dell'interesse dei giovani. Lo vediamo nel numero degli spettatori e, soprattutto, quando si vedono le code agli ingressi. Queste sono soprattutto di giovani che si stanno affezionando alle nostre proposte». Proprio in base a questo emerge un altro dato molto interessante sulle affluenze a teatro. «Abbiamo dati che ci fanno ben sperare. Quasi un sospiro di sollievo - rivela il sovrintendente Ortombina - verificare che per la prima volta dopo tanti anni i nostri più fedeli spettatori non sono più francesi o tedeschi, che sono comunque numerosi, ma si tratta soprattutto di italiani. Particolare che riveste molta importanza e che sta a significare come in particolare nel nostro Paese si veda il Teatro La Fenice come uno dei più rappresentativi della Penisola».
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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