Lucia, santa senza chiesa

Domenica 12 Luglio 2020
Lucia, santa senza chiesa
LA STORIA
Sono passati 160 anni da quando, l'11 luglio 1860, le reliquie di Santa Lucia sono state traslate dalla demolenda chiesa a lei dedicata (atterrata l'anno successivo) nel non lontano tempio di San Geremia a Venezia. Che nella chiesa da buttar giù fosse sospettato l'intervento della matita di Andrea Palladio non ne ha certo fermato la distruzione. Assieme al corpo della santa si sono salvati decori che sono serviti per erigere la nuova cappella a San Geremia. Santa speciale e occasione altrettanto speciale che la Chiesa veneziana intende ricordare non soltanto per l'aspetto religioso. La chiesa conventuale di Santa Lucia sorgeva sul piazzale dell'odierna stazione ferroviaria, la demolizione e il trasferimento del corpo della santa a San Geremia coincideva con un progetto di ridisegno urbanistico della città di Venezia: il collegamento su rotaia, il rovesciamento dell'accesso cittadino dal mare alla terraferma, la costruzione della Lista di Spagna e della Strada Nova nell'ambito dell'idea di continuare fino a San Marco e magari di poterci arrivare in carrozza (come scriveva Alvise Zorzi in Venezia scomparsa, e per fortuna che non si è fatto).
IL PROGETTO
«Si trasformava la città modificandone gli accessi», spiega don Gianmatteo Caputo, da un paio d'anni rettore del santuario, «l'arrivo della ferrovia dava impulso all'incremento della popolazione che è andato avanti fino al 1950, quando è cominciato il declino». E meno male che la reliquia era stata salvata e non buttata nell'ossario comune, come accaduto, o venduta, come per esempio è successo a San Leone Bembo, comprato da un veronese che poi l'ha donato alla parrocchiale di Dignano d'Istria (oggi Vodnjan). L'idea era quella di utilizzare quest'occasione per riflettere sul futuro di Venezia, ma è arrivato il Covid e il progettato convegno non si è potuto tenere (comunque ci sarà una mostra di icone) e invece si è visto quanto quella città sia cambiata, con la Lista di Spagna e la Strada Nuova completamente vuote.
LA VICENDA
Santa Lucia è stata martirizzata a Siracusa nel IV secolo e, come osserva don Gianmatteo, è stata vittima di uno stalker e di femminicidio. Infatti proveniva da una famiglia ricca e aveva donato tutte le proprie sostanze ai poveri. Il promesso sposo, vedendosi privato sia della dote, sia della sposa, la denuncia come cristiana e ottiene che venga ammazzata. Nel 1039 il generale bizantino Giorgio Maniace libera Siracusa dagli arabi e porta il corpo della santa a Costantinopoli per donarlo all'imperatore Michele IV. Nel 1204, anno della IV crociata, i veneziani prelevano il corpo dalla capitale bizantina conquistata, assieme a numerosi altre reliquie, e lo sistemano nella chiesa di San Giorgio Maggiore. Siccome nel 1279 una barca era affondata e alcuni pellegrini erano annegati, si decide di spostare la reliquia in una chiesa in città, fino a quel momento dedicata a Santa Maria Annunziata. Venezia aveva (e ha) un gran numero di corpi di santi, e in particolare di sante: oltre a Santa Lucia, Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, e Santa Marina, fondatrice della chiesa cristiano-maronita libanese. Visto che Santa Lucia porta i regali ai bambini a Verona, Mantova, Bergamo e Udine, Venezia pure una parte del corpo dell'altro santo che porta i regali ai bambini: San Nicola (a San Nicolò del Lido), poi diventato Santa Klaus e quindi Babbo Natale.
TERRA DI RELIQUIE
Il motivo di questa concentrazione di reliquie è molto semplice: turismo. Non quello di oggi, ovviamente, ma quello medievale e della prima età moderna, quando turista significava pellegrino e Venezia era il principale porto d'imbarco per il pellegrinaggio a Gerusalemme. Non era come imbarcarsi sulla motonave per il Lido (anche se le dimensioni delle navi non erano tanto diverse): suona la campana e si mollano gli ormeggi. Bisognava rimanere in città finché non partiva l'imbarcazione e la sosta poteva durare giorni, se non settimane: in piazza San Marco, al posto di un pezzo delle attuali Procuratie nuove, c'era l'ospizio Orseolo, fatto costruire dal doge Pietro I Orseolo apposta per ospitare i pellegrini in attesa della partenza.
I PELLEGRINAGGI
E che si faceva per ingannare il tempo? Un anticipo del pellegrinaggio, andando a venerare i corpi dei santi, in attesa di pregare al Santo sepolcro. Venezia, quindi, più che mai porta d'Oriente. Santa Lucia, si diceva, è una santa importante, è la santa della luce (anche se probabilmente non è vero che le abbiano strappato gli occhi), oltre che essere la patrona di Siracusa, è celebrata nei paesi scandinavi in quanto segnava l'inizio del ritorno della luce. Il proverbio Santa Lucia la notte più lunga che ci sia risale ai tempi del calendario giuliano, quando il solstizio d'inverno cadeva il 13 dicembre, nel 1582 è stato adottato il calendario gregoriano, si sono persi un po' di giorni e il solstizio si è spostato al 21. Il detto però è rimasto e anche i festeggiamenti, in Svezia le ragazzine la sera di Santa Lucia vanno di casa in casa con in testa una coroncina e alcune candele accese a simboleggiare il ritorno della luce.
I SIRACUSANI
Nel santuario veneziano giungono molti pellegrini scandinavi, in particolar modo cattolici, ma anche protestanti, perché tutti festeggiano la ricorrenza. Forte anche la presenza di sudamericani, soprattutto brasiliani, devoti alla santa e, ovviamente, di siciliani. Ai siracusani non è mai andato giù che il corpo della santa sia a Venezia e non a Siracusa, per cui sono state adottate alcune soluzioni di compromesso per cercare di salvare capra e cavoli: nel 1931 sono stati donati due frammenti del braccio sinistro, mentre il 13 dicembre 1988 l'allora patriarca di Venezia Marco Cè ha donato l'omero del braccio sinistro all'arcivescovo di Siracusa, Giacomo Carabelli. Ogni decennio il corpo viene portato a Siracusa, la prossima volta sarà nel 2024. «La santa è di tutti», sottolinea don Gianmatteo Caputo, «il santuario è sempre stato oggetto di devozione di tutto il mondo, e le reliquie vi sono custodite come segno di universalità». Sono decine di migliaia ogni anno le persone che visitano il santuario all'interno della chiesa di San Geremia, segno di una devozione che non sembra manifestare segni di stanchezza. Molti probabilmente ricordano che le reliquie di Santa Lucia erano state rapite nel novembre 1981 quando due giovani armati di pistola entrano nella chiesa di San Geremia, sfondano la teca di cristallo e prelevano il corpo, lasciandone la testa. Era stata la mafia del Brenta a organizzare l'azione, probabilmente a scopo dimostrativo, la banda di Felice Maniero ha fatto ritrovare il corpo in un'isola della laguna in modo che il 13 dicembre fosse regolarmente al suo posto.
Alessandro Marzo Magno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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