In duemila ieri alla fiaccolata di protesta con Salvini e Zaia

Domenica 11 Gennaio 2015
MUSILE DI PIAVE - In tanti hanno risposto all'appello del sindaco Gianluca Forcolin, per la fiaccolata contro la violenza, ogni tipo di violenza, dall'accoltellamento di lunedì scorso in poi. Alla fine se ne sono contati almeno duemila lungo il corteo. Davanti lo striscione «No alla violenza» con in testa il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, e il governatore del Veneto, Luca Zaia. Dietro anche tanti genitori, mamme e papà, con i loro figli. «Ci sono con mio figlio di 8 anni perché la situazione comincia a essere preoccupante, non mi sento più di lasciarlo fuori da solo. Tanto più se vieni a sapere che ragazzini di 14 anni girano con il coltello in tasca» dice un papà. E sono proprio i genitori con i figli i primi a tenere in mano la candela. Non c'è nessuna bandiera leghista, come aveva chiesto, anzi «ordinato», il capo Salvini. «Ho chiesto una manifestazione senza bandiere, perché quando ci sono di mezzo la vita umana, dei papà e dei figli, non è possibile che in una comunità come questa si debbano correre dei rischi; e non è possibile che ci siano alcune culture per cui la vita vale così poco», spiega appena arrivato a Musile. «È un segnale forte che vogliamo dare alle istituzioni - è il pensiero di Gianluca Forcolin - non ci sono giustificazioni perché un ragazzino vada a scuola con il coltello e poi lo usi. È una fiaccolata silenziosa, ma piena di rabbia». Il percorso è breve, d'altra parte doveva essere una iniziativa simbolica; e caso vuole che prenda la direzione proprio dell'abitazione del 31enne genitore accoltellato dal quattordicenne, dopo essere stato ripreso perché il figlio sarebbe stato vittima di atti di bullismo. A sorpresa, si saprà poi, c'è anche lui. Attende in una stanza del municipio con la moglie e il figlio e alla fine della fiaccolata saluterà Forcolin e Salvini, ringraziandoli per l'iniziativa e la solidarietà portata. Tra la gente anche tre ragazzi del Senegal. «Ci siamo per dire no a ogni tipo di violenza. Siamo musulmani e la nostra religione non permette di usare violenza con nessuno». Per Zaia non esistono vari livelli di criminalità, «ma solo la criminalità, punto». «Ed è necessario rinforzare l'ordine pubblico, anche rimettendo l'esercito in strada, per fare in modo che tutti siano operativi». Tante le forze dell'ordine presenti, ma nessun problema di ordine pubblico. Casa Pound Italia aveva affisso, alla scuola De Amicis, uno striscione con la scritta «Immigrazione violenta, rovina dell'Italia». (F.Cib.)
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