IL DIBATTITO
Una strage dimenticata, dai media, dalle autorità italiane,

Sabato 24 Luglio 2021
IL DIBATTITO
Una strage dimenticata, dai media, dalle autorità italiane, ma non dai figli, dai nipoti di quei 192 uomini massacrati dai nazisti tra il 4 e l'11 luglio del 1944 in quattro piccole frazioni del Comune di Cavriglia, nell'Aretino. Per circa settant'anni su questo dramma, frutto dell'atrocità perpetrata in Italia dalla Divisione Hermann Goering, la luce è rimasta quasi completamente spenta. Ad accendere i riflettori sulla vicenda è stato Filippo Boni, giornalista e storico, autore del libro Muoio per te, ospite della quarta serata del Festival Hemingway, il Nobel nella Laguna di Caorle.
Boni, dialogando con il direttore de Il Gazzettino, Roberto Papetti, ha raccontato alla platea di Caorle questa strage, la quarta per numero di vittime che si è consumata in Italia ad opera dei nazifascisti. Una strage premeditata, frutto di rastrellamenti che hanno privato quattro piccolissimi borghi di pressoché tutta la popolazione maschile. Minatori, contadini, bottegai, parroci eroi che tentarono di offrire la propria vita in cambio di quella dei parrocchiani: la furia nazista non risparmiò alcuno di loro, arrivando a toccare direttamente anche la famiglia dell'autore. Il bisnonno era infatti il macellaio di Castelnuovo dei Sabbioni (una delle frazioni di Cavriglia coinvolte),
L'INDAGINE
Da qui è partita la ricerca storica dello studioso e scrittore, passata attraverso l'analisi di uno tra i 695 faldoni nascosti per decenni nell'«Armadio della Vergogna», dimenticato in uno scantinato della procura militare di Roma. Quei faldoni, scoperti durante le indagini che riguardavano l'ex Ss Erich Priebke, erano frutto del lavoro dell'intelligence inglese e raccoglievano nomi dei responsabili e delle vittime delle atrocità commesse da nazifascisti dopo il 1943. A guerra finita furono consegnati alle autorità italiane, ma finirono per essere insabbiati. E, come ha ricordato Boni, tutti i responsabili della tragedia di Cavriglia rimasero impuniti: quasi tutti morirono poco tempo dopo nel corso del bombardamento di Dresda, ma i sopravvissuti non furono mai perseguiti. Proprio l'assenza di un processo agli autori dell'eccidio, come hanno sottolineato Boni e Papetti nel loro appassionante confronto. La rassegna dedicata ad Hemingway, dopo cinque giornate di eventi legati a cultura, storia ed attualità, offre stasera altri grandi momenti con il premio Città di Caorle 2021 a Cecilia Primerano, giornalista del Tg1 da parte del sindaco Luciano Striuli. Sempre stasera saranno consegnati anche la Spiga di Grano della Vitale Onlus (organizzatrice del Festival) a Francesco La Bella, editore di Genius People Magazine, oltre al Premio Giornalistico Papa Ernest Hemingway, riservato ai giornalisti under 30. A contendersi il riconoscimento sono le finaliste Emma Bellon, dell'università Luiss Guido Carli di Roma, Micol Cecchi, dell'università degli studi di Urbino Carlo Bo e Nouraniyeh Luna, dell'università degli studi di Trieste.
Riccardo Coppo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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