Da Primo Levi ai musicisti ebrei Lo Stabile riflette sulla Memoria

Domenica 24 Gennaio 2021
TEATRO
Quando il teatro assume la sua funzione più nobile che è quella di far riflettere, smuovere le coscienze, ecco che gli eventi del passato diventano un eterno presente. Così, in occasione del Giorno della Memoria che ricorre ogni 27 gennaio per commemorare le vittime della Shoah, il Teatro Stabile del Veneto, in tempo di pandemia, apre il suo palcoscenico virtuale e propone tre spettacoli ispirati alle storie di chi dovette subire l'atrocità delle leggi razziali. Il programma di letture, musica e prosa sarà disponibile in streaming da oggi e fino a venerdì 29 gennaio sulla piattaforma digitale Backstage del Teatro Stabile del Veneto (a cui è possibile iscriversi andando su https://backstage.teatrostabileveneto.it/it ). Ad aprire il palinsesto sarà Primo, recital letterario trasmesso in diretta dal Teatro Comunale Quirino de Giorgio di Vigonza oggi alle 18, con replica il 25 gennaio (ore 10). Diretto da Giovanni Calò e interpretato da Jacob Olesen, con le musiche di Massimo Fedeli e le immagini tratte dalle opere di Eva Fischer. Il recital letterario, proposto dall'Amministrazione Comunale di Vigonza e dall'associazione Echidna, dà voce alla testimonianza di Primo Levi, al racconto delle sofferenze disumane patite da lui stesso e dai sui compagni di prigionia ad Auschwitz. Con questa rappresentazione Calò si rivolge in particolare alle nuove generazioni nel modo più immediato e amplificato, ossia attraverso i dialoghi teatrali, l'esperienza drammatica dell'autore.
CONCERTO
Il secondo appuntamento, il 27 gennaio a partire dalle 17 sarà possibile assistere al concerto Note Scordate. Tre musicisti ebrei nella tempesta delle leggi razziali, dedicato ai compositori Guido Alberto Fano, Alberto Gentili e Vittorio Rieti. Di origine veneta, le loro storie completamente differenti si intrecciano in un unico destino: abbandonare tutto ciò che possiedono e trovare un rifugio. Le loro musiche verranno eseguite dal Duo Elimo, Giovanni Cardillo al violino e Francesco Buffa al pianoforte. Ad accompagnare l'ascolto sarà Edda Fogarollo, autrice dell'omonimo libro edito da Sillabe, che condurrà il pubblico attraverso le vicende personali dei protagonisti. Dal 27 (dalle 19) fino al 29 gennaio andrà in scena Fino a quando la mia stella brillerà, opera scritta da Daniela Palumbo, co-autrice dell'omonimo libro di Liliana Segre, e diretta da Lorenzo Maragoni. Lo spettacolo utilizza, come il romanzo, un linguaggio in cui descrizioni, pensieri e sensazioni sono filtrati dallo sguardo di Liliana giovane ragazza, che venne deportata ad Auschwitz all'età di tredici anni e liberata dopo un anno e mezzo di prigionia. La forma teatrale utilizzata è il monologo con Margherita Mannino. . Ma altre domande rimangono in sospeso: come può essere che ragazzi e ragazze di quell'età, quell'orrore lo abbiano vissuto? La risposta, forse, è contenuta in una parte toccante del monologo: Il cielo è sempre lo stesso anche ad Auschwitz. C'è una stella, piccola. Finché io sarò viva tu, stellina, continuerai a brillare nel cielo. Stai tranquilla, io non morirò, io sarò sempre con te.
Laura D'Orsi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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