Nei negozi solo a turno in coda per lo shopping

Sabato 28 Novembre 2020
LA GIORNATA
TREVISO Il black friday ci prova a riportare un clima di normalità nello shopping trevigiano, ma ci riesce a metà. Sono in tanti a passeggio per il Calmaggiore, tutti rigorosamente muniti di mascherina. E ci sono code evidenti fuori dai negozi ma dovute solo alle norme anti Covid, non certo a una ritrovata normalità. I conta persone, gli addetti che disciplinano gli ingressi, la sosta a distanza funzionano per scaglionare gli ingressi. Sotto lo sguardo della polizia locale, che presidia il Calmaggiore. Ma ci sono anche tanti clienti che, infastiditi dalle attese all'esterno, nei negozi non ci entrano. Capita, per esempio, in piazza Borsa, dove attorno a mezzogiorno in quattro rinunciano all'acquisto nella boutique di bigiotteria. La commessa all'ingresso scrolla le spalle: «In questi giorni capita a tutti». E non sono che un esempio.
I CONTROLLI
«Abbiamo iniziato ad acquistare i regali di Natale e per due motivi- spiegano Cristina e Aldo, coppia pugliese da anni residente in Veneto- non sappiamo se i negozi saranno aperti nelle prossime settimane, ma soprattutto non sappiamo se potremo scendere dai parenti. Quindi abbiamo deciso di muoverci in anticipo e nel caso di spedire tutto al Sud con un corriere». Il fermento di chi sfida i divieti per lo shopping è tutto natalizio: coppie e famiglie si aggirano con una sorta di lista della spesa. Ma gli acquisti più consistenti, come nel caso dei saldi, si segnalano in profumeria e nei negozi di intimo. «Maglie, profumi, trucchi e creme, sarà un Natale un po' spartano, ma non voglio far mancare il pensiero alle mie figlie» racconta Roberta, in fila da Sephora. Da vicolo Barberia due signore in attesa sentenziano: «Speriamo che tutto questo finisca presto, impossibile fare acquisti cosi». Kiko, Douglass, Tezenis, Intimissimi, H&M, Benetton store sono i luoghi in cui si segnalano le code più lunghe. Ma anche da Nespresso. «Il caffè per noi è un rito. Spesso non si prende più al bar per i più diversi motivi, e il nostro consumo domestico è aumentato moltissimo» ribadiscono Attilio e Loredana, coppia di mezza età che attende il turno per l'acquisto delle cialde. Davanti a Footlocker le ragazze fanno la fila. Ordinata, arriva in strada. «Ho puntato un paio di scarpe, devo fare un regalo speciale. Attendo il mio turno, ma ho le idee chiare» conferma Valeria in fila con l'amica Eleonora.
L'IDEA
Nelle boutique la ressa non si vede. «Semplice-spiegano in piazza Pola- abbiamo selezionato le clienti su appuntamento. Sono più sicure loro, e siamo più sicuri noi. Peraltro il black friday si è trasformato in black week quindi abbiamo avuto più tempo a disposizione». Lungo l'arteria del commercio cittadino c'è però chi dice no. Da Polin non si fa black friday. «No grazie-spiegano con un esaustivo cartello in vetrina-qualità assoluta, ogni giorno. E una politica di prezzi limpida e corretta». Da Tiger la fila arriva oltre la Loggia. Sono adolescenti che comprano gadget matite e quaderni per i compagni e gli amici. «Ci vedremo solo per scambiarci i pensieri di Natale» racconta un gruppo di ragazze di 16 anni che da settimane ormai segue la didattica a distanza. Soddisfatto è Guido Pomini, referente moda di Ascom Treviso. «Sono felice che i miei colleghi siano ancora indaffarati con i clienti. Non abbiamo feedback al momento, ma almeno a livello di clima si respirava un dinamismo diverso».
IL PIANO
Un dato di fatto è che le persone hanno vinto le reticenze: l'appeal del black friday ha comunque fatto breccia. «Quest'anno si è tentato di diluire la settimana di sconti-riprende - c'è la conferma che da un lato questo stratagemma commerciale ha la capacità di aumentare il venduto e dall'altro che aumenta l'interesse per il consumatore». Pomini però frena gli entusiasmi. Non è un black friday a fare primavera. «È una buona cosa, ma da qui a fare un bilancio a fine stagione c'è tanta strada da fare». Ascom ringrazia la Regione. «Ci sono stati degli aggiustamenti importanti, ad esempio l'apertura alle 2 persone ogni 40 mq. Mi sembra che sia prevalso l'ordine, il buonsenso e il rispetto delle regole. Dobbiamo continuare così per garantirci un Natale aperto in sicurezza. Mi pare che il black friday abbia rappresentato un esempio virtuoso in questo senso».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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